Il duro lavoro dell’ingegnere in bermuda (e a piedi nudi)

Per lavorare bisogna proprio soffrire? È una domanda che dovrebbero porsi molte aziende, se è vero che la tecnologia oggi offre soluzioni che possono far risparmiare aumentando la produzione. «Già, sarebbe bello» di solito rispondono quelli che decidono, ma dopo un paio di visite ad hoc si scopre in realtà che la cosa è diversa: sarebbe facile.
Per esempio: questa settimana Microsoft Italia aprirà le porte del suo «Innovation Campus», che altro non è che la nuova sede, organizzata secondo i criteri più moderni e più logici. «Siamo o non nell’era dell’hi-tech?», si è chiesto il capo italiano Pietro Scott Jovane. La risposta è arrivata tagliando oltre il 60 per cento delle scrivanie, «perché i miei dipendenti hanno tutto - telefonino, computer, webcam - per poter finalizzare il loro obbiettivo di lavoro. E a me non deve venire l’ansia se chiamo uno - e soprattutto una - di loro e scopro che è andato a prendere il figlio a scuola. Quelli che si sanno organizzare, sanno lavorare». Logico, no?
Così com’è logico andare nella sede europea più grande di Google (a Zurigo) e scoprire che quello che ti raccontano è vero: nessun cartellino, uffici arredati con bizzarrìa, mensa e punti ristoro accessibili a qualsiasi ora, così come a qualsiasi ora si può accedere a sale giochi, sale massaggi, biblioteche, cinema e sale per allattare i bambini. Che si possono portare in ufficio, così come i cani. In qualsiasi giorno della settimana.

«L’azienda ci mette a disposizione un team di lavoro e ci dà un obbiettivo, come arriviamo al risultato è affare nostro» ci ha detto uno che di mestiere fa il capo ingegnere e girava in bermuda e senza scarpe, cosa che magari sembra poco seria. E in effetti, probabilmente, lì esagerano un po’. Ma visto che le aziende in questione fatturano miliardi di dollari il concetto risulta abbastanza chiaro. Soprattutto se lo state guardando dal vostro ufficio.

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