MSe a pizzicarle è il primo banchiere dItalia, allora significa che le critiche alle agenzie di rating qualche fondamento ce lhanno eccome. Se poi questo avviene nel giorno in cui il presidente della Consob ha convocato i vertici di Standard & Poors, colosso tra le agenzie di rating Usa, per avere chiarimenti sul loro operato, allora la cosa si fa interessante: sui continui attacchi degli gnomi americani allItalia e alle banche di questo Paese è ora di vederci chiaro.
Ieri è stato Corrado Passera, numero uno di Intesa Sanpaolo, a uscire dallombra. Incurante delle possibili ripercussioni (o vendette) delle agenzie, da cui dipende la valutazione del merito di credito delle società o degli Stati sovrani che mettono sotto osservazione. Esse, ha detto Passera, sono rimaste «bruciate» dalla crisi e «adesso reagiscono troppo. Una banca non potrà mai rinunciare al giudizio di valutazione di un terzo. Tuttavia, le agenzie di rating nel prevenire la crisi hanno dato una pessima prova di loro». E adesso esagerano allestremo opposto. «Ma è difficile intervenire legalmente e giuridicamente nei loro confronti. Bisogna che lopinione pubblica, le imprese e i media siano più selettivi». Una posizione forte a cui bisognerà vedere se ne seguiranno altre dei colleghi di Passera, parimenti indignati. O se prevarrà, piuttosto, il timore di essere subito bastonati con un downgrading o con un peggioramento delloutlook, i terribili termini anglosassoni con cui molti hanno imparato a convivere per seguire le mosse dei mercati.
Di certo a reagire ci ha già pensato Giuseppe Vegas, il presidente della Consob, che ha convocato le agenzie per avviare, per la prima volta, unattività di vigilanza anche fuori dal perimetro tradizionale di società e intermediari. Daltra parte il caso è grave: nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli allarmi delle agenzie sulla tenuta del debito pubblico italiano e delle banche, lanciati per di più a Borse aperte, con un effetto moltiplicatore sulla discesa di azioni e titoli di Stato. E ignorando anche il richiamo che la Consob aveva fatto già nel maggio 2010 a tutte le agenzie in seguito al tracollo delle Borse europee per la diffusione di un rapporto a mercati aperti. Ma non basta: Standard & Poors, giovedì scorso, è arrivata a criticare la manovra del governo quando in quel momento, non laveva ancora letta nessuno. Nemmeno il presidente della Repubblica.
Su questi due aspetti - la tempestività degli annunci e lautorevolezza delle fonti - gli uffici della Consob hanno ieri chiesto conto allamministratore delegato di S&P in Italia, Maria Pierdicchi, e al responsabile dei rapporti con le Authority per lEuropa, Christopher Lake. Ora S&P dovrà inviare una documentazione scritta per completare le richieste di chiarimento di Consob. Venerdì toccherà a Moodys.
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