E Chávez attacca le soap opera: «Sono capitaliste»

Il caudillo Hugo Chávez fa concorrenza agli imam di Riad. Poche settimane fa, il ciclone Noor, soap opera turca di enorme successo nel mondo arabo, si era abbattuto sul Medio Oriente. E aveva turbato il ménage delle famiglie dal Nord Africa al Golfo. Mohanned, l’alto marito dai begli occhi blu di Noor, romantico, pieno di attenzioni, sostenitore dell’indipendenza della consorte, insomma il marito perfetto, ha creato rivolte femminili contro mariti inciabattati e negligenti. E non soltanto. Gli uomini di religione hanno subito bollato la serie come islamicamente scorretta, corruttrice, un attentato alla morale (senza alcun effetto sull’audience). E negli stessi giorni, dalla patria delle telenovele, modello d’ispirazione per i produttori di tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, arrivava lo stesso anatema contro il diffuso genere ormai trasformatosi in pericoloso strumento di corruzione morale.
Il presidente venezuelano Chávez ha invitato i venezuelani a «stare attenti alle telenovele capitaliste che tentano di avvelenare ideologicamente i giovani, incitandoli alla violenza e alla prostituzione». Il leader ha parlato durante il suo programma domenicale Alo Presidente. Per Chávez, le soap opera, che in America Latina sono un genere popolarissimo, «hanno un fine ideologico: distruggere il potenziale dei nostri bambini e adolescenti».

L’attacco arriva a un anno da un’altra mossa anti soap (e allo stesso tempo molto politica) del presidente, che non rinnovò la licenza all’emittente privata Rctv, vicina all’opposizione e leader nel settore delle telenovele.

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