da Roma
Piccola e risicata, ma una fettina di crescita economica cè stata anche nel 2005. Correggendo in base ai giorni effettivamente lavorati il dato provvisorio che si fermava allo zero, lIstat segnala infatti un aumento reale del pil dello 0,1%. Nulla di trascendentale, certo, anche perché landamento del pil anche nel quarto trimestre è risultato stazionario. Tuttavia quel segno «+» è un segnale positivo, come sottolineano i ministri Tremonti e Scajola. «Il dato sul pil è una notizia migliore delle aspettative, e ci rende ancor più convinti di poter raggiungere una crescita dell1,3% nel 2006», dice il titolare delle Attività produttive. «I dati dellIstat sono una brutta notizia per gli sfascisti», attacca il ministro dellEconomia, che per primo aveva ricordato limpatto dei «ponti» non lavorativi sul pil 2005.
Nel quarto trimestre si rilevano andamenti congiunturali positivi nel settore che raggruppa commercio, trasporti e comunicazioni (+0,2%), nel credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali (ancora +0,2%), mentre lindustria manifatturiera e il settore agricolo fanno segnare un calo dello 0,2%. Per il comparto delle costruzioni il calo è più sensibile (- 0,5%). Sempre nellultimo trimestre 2005, sono risultati in calo i consumi delle famiglie e gli investimenti.
A queste cifre vanno aggiunte le rilevazioni dellIsae sul clima di fiducia nellindustria manifatturiera che, in marzo, ha toccato il massimo degli ultimi 5 anni: le prospettive stanno migliorando grazie a un aumento degli ordinativi ed aspettative più favorevoli sullandamento della produzione. Secondo gli analisti, il miglioramento del clima di fiducia fra le imprese riflette i segnali di ripresa internazionale, soprattutto quelli registrati in Germania che resta uno dei maggiori mercati di sbocco dellexport italiano. Lindice Ifo, uno dei barometri più importanti delleconomia tedesca, è balzato ai massimi degli ultimi 15 anni.
Archiviato il 2005, adesso gli economisti guardano allanno in corso. Molti intravedono un rimbalzo trainato dalle esportazioni, se la tendenza in Germania sarà confermata. «LItalia può e deve crescere di più», commenta il presidente della Confindustria, Luca di Montezemolo
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