E Muti fa cantare anche i monaci tibetani

Finché si tratta di un set cinematografico passi. Ma sette anni in Tibet sono un bell’impegno anche per chi nutre propensioni mistiche. Sui sette giorni - però - ci si può ragionare, e soprattutto se il Tibet te lo trovi fuori dalla porta: a Ravenna. Il Ravenna Festival per questa sua 23esima edizione (al via il 9 giugno) propone infatti rapimenti estatici e una «Nobilissima visione»: appunto titolo della rassegna. Così, la manifestazione musicale creata e diretta da Cristina Muti, consorte di Riccardo, per una settimana si tingerà d’arancione ospitando concerti e incontri con i monaci tibetani (dal 5 luglio). Picco massimo il 12 luglio, quando monaci di diverse religioni canteranno con l’Orchestra Cherubini diretti da Riccardo Muti. È questo il Concerto delle Fraternità, in sostituzione dell’appuntamento di rito delle Vie dell’Amicizia in giro per il mondo, l’anno scorso toccò a Nairobi. A propositom con il volano del concerto di Nairobi sono stati raccolti 185mila euro a sostegno di ex ragazzi di strada. E sempre a proposito del viaggio in Kenya e dell’aereo-truffa assente sulla pista, rimane accesa la causa con la compagnia aerea per danni da 350mila euro. Una tegola che, sommata all’assenza del contributo Arcus 2011 (mai giunto), ha messo a dura prova la tenuta del Festival che - ci spiegano - ha attinto a un tesoretto accumulato negli anni. Il Ravenna Festival fa il botto con il concerto d’anteprima, il 26 aprile, con Muti che dirige la Lamborghini delle orchestre, la sua Sinfonica di Chicago. C’è un'anteprima, e una coda, in autunno, con le produzioni Rigoletto, Trovatore e Traviata in anticipo sul 2013: anno verdiano.

Fra giugno e luglio, le nobilissime visioni saranno sollecitate da appuntamenti con cori e orchestre da Estonia, Norvegia, Russia. Più un tocco uzbeko con il canto sufi Ghazal. Curiosità. Sancta Susanna di Hindemith sarà anche una questione di famiglia: con Muti che dirige e la figlia Chiara alla regia.