Ebraismo Morta Tullia Zevi, simbolo dell’Ucei

È morta ieri a Roma Tullia Zevi, una delle personalità più note e autorevoli dell’ebraismo italiano. Era nata a Milano il 2 febbraio 1919 ed è stata a lungo presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Durante la sua presidenza fu firmata l’intesa delle comunità ebraiche con lo Stato italiano. Studiò filosofia all’Università di Milano e frequentò il Conservatorio. Quando in Italia vennero promulgate le leggi razziali, era in vacanza in Svizzera con la famiglia. In seguito si trasferì in Francia, dove continuò gli studi alla Sorbona di Parigi. Quando anche in Francia si preannunciò l’inizio della guerra, emigrò negli Stati Uniti. Là continuò a studiare all’università affiancando questa attività con quella di arpista in diverse orchestre. In quel periodo fece la conoscenza di Leonard Bernstein e Frank Sinatra. Proprio a New York frequentava i circoli antifascisti e iniziò la sua professione di giornalista. Dopo la fine della guerra tornò in Italia insieme al marito, l’architetto Bruno Zevi. Come corrispondente venne inviata anche al processo di Norimberga.

Scrisse anche sul processo di Eichmann a Gerusalemme. Nel ’92 Oscar Luigi Scalfaro le assegnò il titolo di «Cavaliere di Gran Croce», la massima onorificenza italiana. Il suo libro più noto è Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull’ebraismo.

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