RomaÈ guerra tra i sindacati medici e il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Da oggi infatti scattano pesantissime sanzioni, addirittura fino al licenziamento, per i camici bianchi che non si sono adeguati per tempo alle novità richieste dalla rivoluzione informatica e non inviano i certificati per malattia on line allInps.
Ma la categoria è pronta alla disobbedienza civile e anche ad eventuali azioni legali contro lo stato perché, accusano i sindacati (Anaao Assomed, Cimo e medici di famiglia) è il ministero che non ha messo a disposizione un sistema adeguato. Cerca di mediare il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che sottolinea come i disagi poi ricadrebbero inevitabilmente sui malati. La richiesta di una proroga del regime sanzionatorio da parte dei medici, scrive Fazio in una nota, «è giustificata dal fatto che il sistema informatico, pur funzionante, richiede ulteriori perfezionamenti».
Ma Brunetta non molla. Per il ministro il sistema è «a regime» e sono già stati inviati telematicamente in dieci mesi circa 4 milioni di certificati. Per le sanzioni i medici non devono temere perché avranno luogo soltanto in caso di «colpa esplicita».
Le sanzioni dovrebbero colpire Brunetta attacca però Massimo Cozza, segretario nazionale Cgil medici. «Per ora sono sicure soltanto le disfunzioni del sistema - accusa Cozza - Bisogna cambiare subito linapplicabile e spropositato sistema punitivo».
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