Ecco i fronti su cui opera la Regione

Formazione, sanità, sviluppo economico e ambientale, agroalimentare e capacity building: sono le molteplici facce della cooperazione e altrettanti fronti sui quali la Regione Lombardia è in prima linea. «Dal 2000 al 2006 - dice Giuseppe Costa, dirigente della struttura promozione e cooperazione internazionale - sono stati stanziati nel complesso quasi 37 milioni di euro per realizzare 361 progetti concepiti e attuati dalle Ong lombarde e dalle associazioni di solidarietà internazionale in 63 Paesi di America Latina, Asia, Africa, Europa dell’Est e Medio Oriente». Inoltre, nel medesimo periodo la Regione ha sottoscritto 13 gemellaggi sanitari con 728 ricoveri in ospedali lombardi. E nel 2007 ha già impegnato oltre 5 milioni per 43 nuovi progetti di cooperazione: iniziative che spesso giungono laddove lo Stato e la sua diplomazia non possono arrivare. «Come nel caso del conflitto in Irak, allorché le Ong italiane avevano rifiutato gli aiuti dal governo nazionale, schieratosi per l’intervento, accogliendo invece i soccorsi umanitari della Regione». È la cosiddetta cooperazione decentrata, strumento consolidato della politica estera italiana, che compare tra le priorità delle attività Oltreconfine della Lombardia, accanto all’internazionalizzazione del sistema economico e alle missioni istituzionali. «In occasione dello Tsunami del 2004 - aggiunge Costa - il governo italiano potè operare nello Sri Lanka ma non in India, che non accettava interventi di nazioni straniere sul proprio territorio; anche in quel caso la Regione finanziò un programma di intervento e venne anche incaricata di usare fondi della cooperazione italiana».


La legge regionale 20/89 prevede due modalità di finanziamento rispettivamente dedicate ai progetti inclusi nel Piano annuale di cooperazione (su bando annuale) e agli interventi regionali diretti promossi dalla Giunta in seguito a calamità naturali, emergenze sociali, economiche e sanitarie, nonché sulla base di missioni istituzionali, accordi o proposte dell’Onu, dell’Ue o del ministero degli Affari esteri. Tra i progetti condotti a termine la metà ha riguardato l'area della formazione, il 33% i programmi socio-sanitari e il 10% il sostegno allo sviluppo economico.

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