L'amministrazione straordinaria di Carige è stata disposta dalla Bce in base agli articoli della direttiva Brrd sul risanamento e risoluzione delle banche e agli articoli del Testo Unico Bancario italiano. Leggi europee ed italiane che riguardano l'«intervento precoce» per assicurare la continuità della banca e risolvere velocemente i problemi relativi alla sua stabilità. La nomina dei commissari straordinari è stata innescata dalle dimissioni della maggioranza dei membri del cda dell'istituto ligure. Fabio Innocenzi e il presidente Pietro Modiano, nominati dalla Bce commissari assieme a Raffaele Lener, opereranno in base all'articolo 72 del Testo Unico Bancario. In particolare, adotteranno tutte le decisioni necessarie per la gestione operativa, riferendo periodicamente alla Vigilanza Ue che ha anche nominato un Comitato di Sorveglianza composto da tre Gian Luca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti.
Lo scioglimento degli organi è previsto quando ricorrono le violazioni previste dall'art. 69 octiesdecies comma 1. Ovvero quando si disattendono le indicazioni delle autorità di Vigilanza: nel caso di Carige con lo stop all'aumento di capitale da 400 milioni ordinato dalla Bce che avrebbe fatto da supporto al bond subordinato da 320 milioni sottoscritto dal Fondo Interbancario. Il percorso segnato dal Tub può durare un anno ed è prorogabile di un altro anno. I commissari possono convocare l'assemblea degli azionisti dell'ente e di fissarne in via esclusiva l'ordine del giorno, previa approvazione dell'autorità di Vigilanza.
Attenzione: il commissariamento non va confuso con il bail in: nel caso Carige, infatti, i requisiti patrimoniali sono intatti grazie al bond coperto dal sistema bancario. La mossa della Bce rappresenta, piuttosto, un chiaro segnale alla famiglia Malacalza, la cui decisione di bocciare l'aumento di capitale è all'origine del provvedimento. «Il meccanismo di governo complessivo si è inceppato, per cui questo provvedimento è l'unica cosa che poteva essere fatta», ha detto ieri il presidente del Fitd, Salvatore Maccarone. Ciò non impedisce al primo azionista della banca di esprimere il suo voto in assemblea, dove devono passare eventuali aumenti di capitale o progetti di aggregazione. Il commissariamento «non esautora l'assemblea, che mantiene pienezza di poteri, ma il consiglio», ha spiegato Maccarone. Per varare un aumento di capitale «ci vuole la delibera dell'assemblea.
Però bisogna vedere come evolverà la situazione perché l'aumento di capitale potrebbe non essere fatto se ci fosse un'aggregazione». Anche in tal caso, però, ci vorrebbe una delibera dei soci. E dunque il sostegno dei Malacalza.
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