Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, non è uno che le manda a dire. Soprattutto quando, cioè sempre, deve fare gli interessi della Germania. E sul dossier Grecia la posta in gioco è davvero alta per Berlino, che del comportamento tenuto nei confronti di Atene dovrà poi render conto agli elettori nelle elezioni di settembre. Ciò spiega la fumata grigia in occasione dell'ultimo Eurogruppo che ha impedito di trovare un accordo atto a sbloccare la tranche di aiuti da 7 miliardi di euro. Quattrini di cui i greci hanno assoluto bisogno entro luglio per onorare le scadenze con la Bce. Il motivo della mancata intesa sta tutto nello scontro tra la Germania e il Fondo Monetario Internazionale. È stato proprio il braccio destro di Angela Merkel a rivelarlo ieri in un discorso a Bwerlino. «Al momento - ha detto - sto litigando con l'Fmi su quale sia un'adeguata stima di crescita per la Grecia nei prossimi 40-50 anni. Il Fondo non è disponibile ad andare oltre l'1% l'anno per i prossimi 40 anni e questo, in pratica, vuol dire che i programmi di aiuto sono stati del tutto inutili. Con una crescita dell'1% annuo, la Grecia non riuscirà mai a chiudere il gap con gli altri Paesi dell'area dell'euro».
In realtà, è anche un altro il motivo della disputa. Il nodo riguarda soprattutto la ristrutturazione del debito ellenico, misura su cui da tempo l'Fmi preme e che considera prioritaria per la propria adesione al piano di salvataggio. I tedeschi, invece, non vogliono aprire una discussione sul tema prima del 2018.
Schaeuble, infatti, in occasione dell'Eurogruppo, aveva spiegato di non avere un mandato del parlamento per discutere la questione. Di qui l'impasse, nonostante la Grecia abbia di recente approvato in Parlamento un nuovo set di aumenti delle tasse e tagli alle pensioni da 5 miliardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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