Per Innocenzi missione autonomia E recuperare quota in Piazza Affari

Rilanciare la Cesare Ponti e dopo un matrimonio tra pari

Fabio Innocenzi è l'uomo scelto da Vittorio Malacalza (primo socio con il 23,9%) per guidare la riscossa di Carige dopo una rottura con l'ad Paolo Fiorentino consumatasi sull'incompleta ristrutturazione dell'istituto genovese e le perplessità della Banca centrale europea sulle mancate cessioni e il deficit patrimoniale. Innocenzi è un banchiere di relazioni ed esperto di gestioni patrimoniali, scelto da Malacalza in un momento particolarmente delicato per Carige, mentre incombe il rischio «risoluzione» come ha messo nero su bianco Moody's.

Qualora la lista Malacalza risultasse vincente all'assemblea dei soci in agenda il 20 settembre, Innocenzi, veronese classe '61, avrebbe una missione precisa: fare tutto il necessario per portare Carige al di là del guado, fino alla salvezza. Occorre procedere con le cessioni previste (le partecipazioni in Bankitalia e AutoFiori, gli immobili e i pacchetti di sofferenze) a un prezzo che tuttavia sia adeguato, e non sia da ritenersi una svendita rispetto ai valori di mercato delle attività. E inoltre colmare il deficit di capitale emerso con la semestrale (il total capital ratio, uno degli indici che mostra la solidità di una banca è all' 11,9% contro il 13,125% previsto dalla Bce). Si tratta di obiettivi da raggiungere a qualunque costo e facendo leva anche sul network del banchiere (oggi alla presidenza di Aipb, in precedenza in ruoli di vertice in Abi e Assogestioni) per trattare al meglio prima di arrivare a una aggregazione tra pari. Quindi a una più elevata valorizzazione di Carige, che in Borsa vale 503 milioni; tanto più che Malacalza, entrato nel 2015, ha ad oggi investito oltre 400 milioni, ma oggi la sua quota ne vale 120 circa.

A livello di business poi, l'esperienza di Innocenzi nell'ambito della gestione patrimoniale in Ubs Italia oggi e prima in Pioneer, potrebbe sostenere il rilancio della Cesare Ponti: la controllata, specializzata nel private banking, dovrebbe divenire cardine delle strategie nel campo della gestione patrimoniale di Carige per rafforzare le fonti di ricavo in un momento di stagnazione dei margini di interesse. ll nome di Innocenzi, insieme a quello Piero Modiano alla presidenza e di Lucrezia Reichlin alla vice presidenza, dovrebbe spingere gli investitori istituzionali (a iniziare dalla società pubblica Sga che opera nel recupero dei crediti deteriorati a cui fa capo il 5,3% del capitale), a dare nuovamente fiducia all'azionista di riferimento Malacalza, che in tre anni dal suo ingresso ha già all'attivo la «staffetta» al vertice di Carige di tre differenti ad: Piero Montani, Guido Bastianini e, da ultimo, appunto Fiorentino.

«Ad di Pioneer (UniCredit), fino al 2001 e poi del Banco Popolare fino al 2008. Sposato, ha due figli. Oggi vive a Verona, dal 2011 è ad di Ubs Italia e lavora Milano, Zurigo e Madrid.

Continua ad andare in bicicletta da corsa da corsa (e qualche volta cade)», così si auto-descrive il manager nel libro, quasi un'autobiografia «Sabbie Mobili. Esiste un banchiere per bene?» del 2016. Innocenzi, si è formato alla «scuola» di Alessandro Profumo in Unicredit insieme, tra l'altro, allo stesso Modiano e a Fiorentino.

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