Intesa sfida i big europei nel private banking

Camilla Continostro inviato a Londra«In due anni abbiamo creato un leader europeo, questa banca è la Ferrari della finanza». Per dimostrare il paragone con la Rossa, l'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, mostra il circuito con la crescita dei prezzi delle azioni dei big mondiali del credito dal settembre 2013 (suo arrivo al vertice) al novembre '15: «Siamo primi con un balzo del 97%, guardate i nomi di quelli che arrivano dopo», aggiunge indicando Morgan Stanley, Jp Morgan e poi banche giapponesi e cinesi. Mentre l'ultimo posto del ranking è occupato da Deutsche Bank, il penultimo da Credit Suisse. L'ad ha battezzato così ieri a Londra l'avvio delle attività della nuova filiale della divisione private banking del gruppo interamente dedicata alla clientela che opera nel Regno Unito. La mossa segue il rilancio del business in Svizzera, dopo a Francia, Lussemburgo e Irlanda. L'obiettivo è raggiungere in tre anni quota 5 miliardi di masse gestite nella più importante piazza finanziaria europea rafforzando la leadership a livello internazionale. L'offerta nella filiale della City sarà focalizzata sulla consulenza e gestione personalizzata del portafoglio, sui prodotti assicurativi e di wealth management, soluzioni di finanziamento e prodotti bancari. «Quello inglese è un modello che sarà poi esportato anche a New York e a Hong Kong dopo averlo testato qui a Londra», ha spiegato Messina. Sottolineando che non esiste più il mito delle grandi banche svizzere o tedesche, «oggi è Intesa a poter vantare il minor grado di rischio».L'ad ha anche commentato il salvataggio delle quattro banche (Carife, Banca Marche, PopEtruria e CariChieti) da parte delle big del credito, compresa Intesa che si troverà con un impatto di 380 milioni nel trimestre: quella varata dal governo lo scorso 22 novembre è una legge, e come tale «deve essere rispettata», ha detto. E poiché in ballo ci sono il risparmio e la fiducia degli italiani, «vanno evitate crisi di panico o forti fibrillazioni». Il vertice di Intesa vede comunque spazio per distribuire più dei 2 miliardi in dividendi già promessi agli azionisti, Quanto alla bad bank di sistema - annunciata dal ministro del Tesoro Piercarlo Padoan entro l'estate e rinviata per la mancanza di sintonia con la Commissione Ue per Messina «se ne parla troppo, c'è tutto il tempo per farla.

Anche perché oggi il mercato delle sofferenze è penalizzato dal prezzo basso delle garanzie, i cosiddetti collaterali, che sono costituiti principalmente dal patrimonio immobiliare. Meglio quindi aspettare, «non abbiamo ansia».

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