Il governo sceglie la strada della cessione alla Cassa depositi e prestiti per separare Snam da Eni e detta una rigida barriera nella gestione delle due partecipazioni che coabiteranno nel portafoglio della Cdp, in modo da disinnescare i problemi con lAntitrust.
La bozza del decreto è pronta e approderà in consiglio dei ministri con ogni probabilità venerdì 25 maggio: non esclude un ricorso al cash per il pagamento della quota di controllo, dispone la cessione completa del 52% di Snam in mano a Eni e un tetto al possesso azionario del 5 per cento. Loperazione si dovrà concludere nellarco di 18 mesi. «A Snam serve un azionista con spalle finanziariamente forti - ha detto il presidente della Cdp, Franco Bassanini -; se ci sarà chiesto di intervenire lo faremo, ma senza impegnare risorse destinate ai compiti fondamentali di Cdp, cioè finanziare le infrastrutture, gli enti locali, leconomia, le Pmi e lexport. Se poi ci porterà anche mezzi freschi in più, come ritengo possibile, sarà unoperazione da Oscar».
Il decreto scrive la parola fine allipotesi di una fusione tra Snam e Terna che avrebbe dato vita a una società unica delle reti energetiche. Anzi, proprio per evitare il ripetersi di un caso Enel-Terna, che ha visto la Cdp obbligata dallAntitrust a cedere il pacchetto di azioni Enel, saranno evitati accuratamente gli incroci nelle rispettive gestioni societarie. Infatti, larticolo 3 del decreto prevede non solo che «i membri dellorgano amministrativo, come pure gli altri dirigenti di Eni e delle sue controllate non possono avere alcuna posizione in Cassa depositi e prestiti o Snam e loro controllate, né intrattenere alcuna relazione commerciale diretta o indiretta con tali società», ma soprattutto che «analogamente i membri dellorgano amministrativo, come pure gli alti dirigenti di Cassa depositi e prestiti, Snam e loro controllate, non possono avere alcuna posizione in Eni e sue controllate, né intrattenere alcuna relazione commerciale diretta o indiretta con tali società». La Cassa depositi e prestiti (articolo 2) rileva «anche in più soluzioni» una quota di Snam che non è ancora stata messa nero su bianco (potrebbe essere il 29,9%).
Lultimo articolo del decreto apre la possibilità di assoggettare le società controllate da Cdp, che gestiscono le infrastrutture di rete nel settore dellenergia, alla golden share, nella versione rinnovata dal governo Monti. Intanto, Snam e Fluxys acquistano la quota del 15,09% detenuta da E.On in Interconnector, proprietario e operatore del gasdotto sottomarino che collega Regno Unito e Belgio.
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