Stop ai pignoramenti di stipendi e pensioni da parte di Equitalia, ma solo sui conti bancari o postali, a patto che il reddito mensile sia inferiore a cinquemila euro. Per stipendi e pensioni superiori, la procedura continuerà ad essere attivata, ma direttamente alla fonte, quindi presso i datori di lavoro e gli enti pensionistici. Così ha deciso l'agenzia di riscossione guidata da Attilio Befera, prendendo atto dell'esistenza di una contraddizione legislativa. Per legge, infatti, è possibile pignorare al debitore insolvente una percentuale della pensione e dello stipendio non superiore al quinto del totale. Ma se lo stipendio o la pensione sono su un conto corrente in banca sono considerati risparmi, quindi possono essere pignorati interamente. Un rischio tutt'altro che teorico: in base al decreto Salva Italia tutti gli stipendi e pensioni superiori ai mille euro vengono addebitati in banca. Quindi in attesa, si legge nella nota di Equitalia, «degli approfondimenti che si rendono necessari all'esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi e pensioni, si dispone con decorrenza immediata che per i contribuenti lavoratori dipendenti o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito o Poste.
Tali azioni saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro o l'ente pensionistico» e che «il reddito da stipendio o pensione risulti pari o superiore a 5mila euro mensili».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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