Egitto, «guerra» di religione Bruciate chiese e moschee

Un altro cristiano morto e arresti negli scontri tra copti e musulmani ad Alessandria. La polizia: «Situazione difficile da controllare»

da Alessandria d’Egitto

Un altro cristiano copto è morto in seguito agli assalti di venerdì a tre chiese di Alessandria d'Egitto, portando così a due il numero dei decessi. E ieri, nel corso dei funerali dell'uomo deceduto il giorno prima, le violenze interreligiose tra musulmani e copti sono riesplose.
I due schieramenti si sono affrontati a colpi di bastone, mentre la processione funebre si stava dirigendo dalla chiesa al Quiddissine (I santi) al cimitero locale. Nel corso dei disordini, i musulmani hanno lanciato pietre contro case abitate per lo più da cristiani mentre il negozio di cotone di un commerciante copto è stato incendiato.
La polizia è intervenuta in forze, usando gas lacrimogeni e mandando all'ospedale almeno 15 manifestanti ma per stessa ammissione delle autorità - nonostante i numerosi arresti effettuati - è difficile tenere sotto controllo la situazione nella città. Anche ieri sera una chiesa è stata presa d'assalto e bruciata nella zona orientale di Alessandria. E in precedenza erano stati i cristiani a demolire le vetrate di una moschea e ad appiccare il fuoco. Anche il negozio di un gioielliere è stato saccheggiato e almeno quattro autovetture sono state bruciate.
Gli scontri più violenti si sono avuti durante i funerali di Noshi Atallah Guirguis, di 78 anni. «Per il nostro sangue, per la nostra anima, noi ci sacrifichiamo per te, Croce - avevano scandito i fedeli che accompagnavano la bara, brandendo decine di croci -. Noi reclamiamo i nostri diritti e il prezzo del nostro sangue». Da parte sua, un prelato copto ha detto in televisione - a nome della chiesa di Alessandria - che gli attentati rientrano «in un piano terrorista che vuole colpire tutte le chiese mentre la Pasqua è alle porte... Non credo a quanto è stato raccontato dai giornali».
Ciò che è stato raccontato dai media è la ricostruzione degli attacchi dell’altro ieri fornita dal ministero dell'Interno egiziano. Secondo le autorità di governo, Mahmoud Salaheddin Abdel, 25 anni, il giovane che ha dato l'assalto alle tre chiese con armi bianche uccidendo due persone, «soffre di problemi psichici». Secondo l'agenzia governativa Mena, Abdel è stato accusato di «omicidio volontario, irruzione illegale in un luogo di culto e possesso illegale di arma bianca» e arrestato per ora per quattro giorni.
Testimoni hanno riferito che il giovane urlava: «Non c'è altro dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta». Ma in un comunicato i Fratelli musulmani di Alessandria hanno a loro volta lanciato l'allarme, invitando a non usare «questi brutti incidenti per cercare di minare l'unità dei cittadini egiziani».
Sulla vicenda è intervenuto anche il Dipartimento di Stato Usa che ha definito inaccettabili gli attacchi contro le chiese copte e ha chiesto più sicurezza per chi frequenta luoghi di culto.

«Questo atto di violenza verso dei fedeli perpetrato in un giorno santo per la comunità cristiana copta di Alessandria è inaccettabile e va condannato nel modo più fermo», ha detto un portavoce aggiungendo: «Vogliamo chiedere al governo egiziano di impegnarsi al massimo per fare decantare la tensione, mettendo in atto anche dispositivi di sicurezza per tutti i luoghi di culto e lanciando un appello a tutte le comunità per evitare nuove violenze».
Dei 73 milioni di egiziani, i copti sono il 10% secondo il loro patriarcato, il 6% secondo le statistiche ufficiali.

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