La prima grande «Ipo» dopo la crisi subrime non sta deludendo gli investitori, nonostante il percorso verso la Borsa sia stato irto di ostacoli. Enel Green Power, attiva nelle energie rinnovabili, ha chiuso ieri con un progresso del 2,97% a 1,8 euro, trainata dall'attesa dei dati 2010, pubblicati a Borsa chiusa, ma anche dal fermento per le rinnovabili e dalla convinzione che il decreto in gestazione non pesi sul business di Egp.
Lo scorso anno la società guidata da Francesco Starace ha registrato un utile netto di 452 milioni, in aumento del 8,1% rispetto ai 418 milioni del 2009, per effetto di minori imposte per circa 30 milioni. In rialzo anche l'andamento dei ricavi, saliti del 19,8% a 2,271 miliardi dai precedenti 1,895 miliardi, mentre l'Ebitda è salito dell'8,8% a 1,313 miliardi grazie alla crescita dellestero. L'indebitamento finanziario netto si è quasi dimezzato a 3 miliardi mentre il dividendo proposto dal cda è di 2,72 centesimi per azione, in pagamento il 26 maggio. Risultati positivi e leggermente sopra il consensus degli analisti per la società che è sbarcata in Borsa lo scorso 4 novembre a 1,6 euro, dopo una revisione al ribasso della forchetta di prezzo inizialmente compresa fra 1,9 e 2,4 euro (valori duri da far digerire al mercato).
Il titolo sta dando soddisfazione non solo ai piccoli azionisti, ma anche alla controllante Enel, che dall'operazione ha incassato 2,6 miliardi per ridurre l'indebitamento. Rispetto al collocamento, il titolo vale oggi il 12% in più, con una cedola - la prima - ancora da incassare. Un guadagno quasi triplo rispetto a quanto registrato nello stesso arco di tempo dall'indice di Borsa: notizie positive anche per l'ad di Enel, Fulvio Conti, soprattutto a pochi giorni dalla presentazione da parte del Tesoro delle liste per i cda in scadenza delle grandi aziende a controllo pubblico. Al 12% registrato dal titolo in Borsa va poi aggiunto un altro elemento di interesse per gli azionisti, inserito nel processo di quotazione per allettare ancor di più gli investitori: la bonus share. A quanti terranno in portafoglio le azioni comprate in sede di Ipo per 12 mesi - siamo a metà del guado - la società assegnerà un'azione ogni 20.
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