Eletto a sorpresa Ravera, padre fondatore in Liguria

da Milano

Dopo anni inchiodati al tre virgola non ci credevano nemmeno loro, i dirigenti della Lega Nord Liguria. Bruno Ravera in testa di lista al Senato lo avevano messo alla genovese: «maniman», non si sa mai. Se si vince raccogliere il successo tocca a lui, l’uomo che fondò l’Uniun Ligure e poi con Umberto Bossi diede vita al progetto della Lega Nord con la Lega lombarda e con quella veneta. E lui, a 79 anni, ce l’ha fatta, con quel 6,6 per cento che ha decretato un seggio a palazzo Madama. Ex ristoratore genovese, ex consigliere regionale, Ravera s’è autodefinito il «leghista attacchino» in una autobiografia in cui racconta di anni, giornate e nottate, trascorsi a far politica «sulla strada, perché la politica si fa così, attaccando manifesti e facendo banchetti e parlando con la gente». Adesso spiega che «sono stati i giovani a volermi. Sono stati loro a propormi all’amico Bossi. Così hanno deciso che potevo essere ancora utile». Ed è certo che l’amico Bossi non abbia fatto una piega, sul premio fedeltà per l’inossidabile Ravera, mai un’assenza a Pontida, sempre dietro ai fornelli alle feste padane, insomma un instancabile. Il voto degli elettori, dice Ravera, «non è stato di protesta.

Ci hanno premiati per le nostre proposte e per le nostre battaglie, come quella contro la moschea nel quartiere genovese di Cornigliano. Ora vado in Parlamento per impegnarmi sui temi della legalità, della sicurezza, dell’immigrazione. Ma voglio continuare a stare molto in mezzo alla gente, nella mia Liguria».

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