Eluana, la sanità lombarda dice no al padre

"Non si può sospendere l'idratazione e l'alimentazione artificiale del paziente", lo ha dichiarato il direttore generale della sanità lombarda, Carlo Lucchina, in una lettera di risposta al papà di Eluana Englaro

Eluana, la sanità lombarda dice no al padre

Milano - "Il personale sanitario non può sospendere l’idratazione e l’alimentazione artificiale del paziente: verrebbe meno ai suoi obblighi professionali e di servizio". Ha risposto così Carlo Lucchina, il direttore generale della Sanità della Regione Lombardia, con una lettera al papà di Eluana Englaro che, attraverso i suoi legali, aveva presentato la richiesta in tal senso alla Regione per sapere in quale struttura sanitaria far ricoverare Eluana.

La richiesta non può essere accolta "La richiesta da lei avanzata - si legge nella lettera - non può essere esaudita in quanto le strutture sanitarie sono deputate alla presa in carico diagnostico - assistenziale dei pazienti. In tali strutture, hospice compresi, deve inoltre essere garantita l’assistenza di base che si sostanzia nella nutrizione, idratazione e accudimento delle persone".

Chi stacca il sondino viene meno agli obblighi professionali
Nella lettera viene anche specificato come negli hospice possano essere ospitati solo malati in fase terminale. "Il personale sanitario che procedesse, in una delle strutture del Servizio Sanitario, alla sospensione dell’ idratazione e alimentazione artificiale - prosegue il direttore generale della sanità lombarda - verrebbe dunque meno ai propri obblighi professionali e di servizio anche in considerazione del fatto che il provvedimento giurisdizionale, di cui si chiede l’esecuzione, non contiene un obbligo formale di adempiere a carico di soggetti o enti individuati". Nei giorni scorsi i legali della famiglia Englaro avevano inviato una diffida alla Regione per la mancata indicazione di una struttura che potesse ospitare Eluana e in cui il padre, Beppino Englaro, potesse staccare le macchine che tengono in vita la figlia.

Il padre: "andremo fino in fondo, sono solo problemi legali"
"Ormai è solo una questione legale: c’è un decreto e deve essere eseguito, quindi seguiremo tutte le vie legali perchè ciò avvenga", ha replicato Beppino Englaro alla risposta della Regione. "Noi andremo fino in fondo, perchè è questa la strada che stiamo seguendo - ha proseguito - Ora vedremo dal punto di vista legale come superare quest’altro ostacolo". "Io per il decreto del 9 luglio scorso ho speso una vita figuriamoci se poso fermarmi ora". Non ha nemmeno un minimo di tentennamento il papà di Eluana. "Rispetterò il decreto - ha detto al telefono all’Apcom - se gli altri oppongono ostacoli risponderanno per quello che fanno. La gente non dimentica".

La curatrice speciale di Eluana: "ce lo aspettavamo" "Niente di diverso da quanto ci aspettavamo". Secondo Franca Alessio, curatrice speciale di Eluana Englaro la replica della Regione Lombardia alla diffida presentata dalla famiglia Englaro, era prevedibile. "Volevamo solo una risposta ufficiale per non continuare a cercare invano strutture lombarde disponibili ad accogliere Eluana. Non vogliamo più perdere tempo", ha dichiarato all’Adnkronos salute.

"Prendiamo contatti con altre regioni" "Stiamo aspettando solo di capire come la Corte d’appello di Milano risponderà alla richiesta di sospensiva del decreto presentata dalla Procura generale. Ma nel frattempo stiamo già prendendo contatti con altre Regioni. Tra cui, appunto, la Toscana. Se ne sta occupando Beppino Englaro in persona".

"Quello della Regione è un atto illecito" Quanto alla risposta del Pirellone la curatrice dichiara: "Valuteremo se è il caso di attivare l’autorità giudiziaria in merito a un’ipotesi di omissione di atto dovuto, quale è appunto l’esecuzione di un decreto". Secondo i legali, quello della Regione Lombardia è "un atto illecito". Una risposta che, concludono, lascia "perplessi, non nella sostanza, ma nel tenore".

Cardinale Barragan: "Il padre non commetta un assassinio" Il Vaticano plaude alla decisione della regione Lombardia. "Una decisione lodevole", afferma all’Adnkronos il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Salute del Vaticano. "La vita va difesa in ogni momento fino al naturale tramonto. Anche quella di Eluana è una vita", insiste. Da qui l’appello del porporato al padre della giovane affinchè "si batta per mantenerla in vita. Se staccasse la spina commetterebbe un assassinio. Il padre di Eluana dovrebbe battersi per la vita della figlia. L’assistenza non va sospesa. Bisogna battersi per ottenere la situazione più consona, che non consiste nell’assassinio della ragazza ma nel mantenerla in vita. Chi lotta per la vita compie un cammino più dignitoso".

Sedici anni in stato vegetativo La lettera di Lucchina giunge a quasi due mesi dalla sentenza con cui la Corte d'Appello di Milano ha autorizzato lo stop all'alimentazione e all'idratazione artificiale. La donna, da oltre sedici anni in stato vegetativo permanente, e' ancora nella casa di cura monsignor Luigi Talamoni di Lecco.

In questa palazzina nascosta dietro la basilica di san Nicolo', in una camera singola nel reparto di riabilitazione, Eluana continua a essere accudita dalle suore misericordine di San Gerardo, che la seguono giorno e notte da 14 anni. E che, ancor di piu' dopo una sentenza destinata a fare storia, la proteggono dagli occhi indiscreti e dalle curiosita' dei media.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica