Un membro dell'equipaggio disperso e altri sei feriti, in modo non grave. È il bilancio dell'incidente verificatosi nella notte tra lunedì e ieri nell'impianto Saipem in Congo. «Mentre erano in corso operazioni di posizionamento prima della perforazione - si legge nella nota diramata dalla società del gruppo Eni - il fondale marino sotto una delle due gambe del mezzo di perforazione ha ceduto».
Quindi il macchinario «Perro Negro 6», che si trovava tra la costa dell'Angola e quella della Repubblica Democratica del Congo, in un punto no lontano dalla foce del fiume Congo, dove si raggiungono i quaranta metri circa di profondità, ha imbarcato acqua per tutta la notte, finché non si è capovolto ed è affondato, attorno alle 10.30 di ieri mattina, quando per fortuna nessun altro dei 103 membri del personale si trovava più a bordo.
La società ha fatto sapere che non risultano perdite né altro tipo di danni all'ambiente circostante, ha sottolineato che la perdita dell'impianto e la rimozione del relitto sono coperte da polizza assicurativa.
Ancora poche informazioni, intanto, circa la nazionalità della persona dispersa. «Al momento non è stato possibile verificarla», scriveva nel tardo pomeriggio di ieri la società.
Le prime indiscrezioni, in ogni caso, sembravano escludere che il membro del personale di cui non si hanno tracce sia cittadino italiano.
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