Lo scioglimento del terreno ghiacciato nell'Artico fa aumentare la quantità di anidride carbonica che viene rilasciata nell'atmosfera con importanti conseguenze per l'effetto serra e il riscaldamento globale. Lo dimostra lo studio coordinato dall'università del North Carolina e pubblicato sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze, Pnas.
I ricercatori, guidati da Rose Cory, hanno messo sotto osservazione 34 siti dell'Artico, molti dei quali stanno attualmente vivendo un drammatico disgelo del terreno ghiacciato e durissimo chiamato permafrost. A causa dell'aumento delle temperature il suolo collassa e spesso si verificano fenomeni di erosione e smottamenti. Questa destabilizzazione libera carbonio organico che si discioglie nelle acque superficiali e viene trasformato in anidride carbonica (CO2) per azione di alcuni microrganismi. Il fenomeno sarebbe poi amplificato dall'azione del Sole: il carbonio appena liberato dal terreno ghiacciato e direttamente esposto ai raggi solari, infatti, avrebbe il 40 per cento di possibilità in più di essere convertito in CO2 rispetto al carbonio che rimane intrappolato nel suolo al buio. Secondo gli autori dello studio, questa trasformazione potrebbe avere un notevole impatto sulla velocità del processo di riscaldamento globale. Nuovi studi saranno necessari, dunque, per comprendere più a fondo questo fenomeno e le sue possibili conseguenze sull'ambiente e sul clima futuro.
L'Artico è arrivato a un minimo di superficie, in altre parole i ghiacci che ricoprono il mar Glaciale artico hanno segnato un minimo di estensione, fenomeno che continua da oltre 30 anni ed è ora arrivato a un punto preoccupante per l'equilibrio di quella parte del mondo. All'altro capo del pianeta, nell'Antartico, il continente più a sud e più freddo, i ghiacci al contrario sono invece avanzati.
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