Il caos si estende dalla Siria al Golan I tank israeliani rispondono al fuoco

Gerusalemme Per la seconda volta in ventiquattr'ore l'artiglieria di Israele ha risposto a colpi provenienti dalla zona demilitarizzata del Golan al confine con la Siria, dove sono in corso scontri armati nell'ambito della guerra civile che insanguina orma da un anno il Paese guidato da Bashar el Assad. I tank israeliani hanno colpito l'artiglieria mobile siriana rispondendo al colpo di mortaio caduto poco prima in Israele, sulle alture del Golan, nelle vicinanze di una postazione militare israeliana. «Carri armati israeliani hanno sparato direttamente verso la sorgente» del fuoco siriano, si legge in un comunicato in cui si avverte che «non saranno tollerati ulteriori» analoghi episodi, a cui sarà data una «risposta severa». Nei giorni scorsi il ministero della Difesa di Gerusalemme aveva minacciato di «saper dare la giusta risposta per difendere i nostri confini».
Questi preoccupanti episodi sono i primi del genere daL 1973 e si verificano proprio mentre l'opposizione al regime di Assad trova in Ahmed Maaz el Khatib il capo di una coalizione politica che si affianca al nuovo numero uno del Consiglio nazionale siriano George Sabra dando nuova forza agli avversari di Assad.
Contemporaneamente Israele deve sostenere un altro fronte «caldo».

Iil premier Netanyahu, dando seguito alla minaccia di colpire direttamente Hamas in quanto responsabile dei continui attacchi alle città del sud di Israele con razzi lanciati dalla Striscia, ha ordinato la notte scorsa una serie di raid aerei su Gaza, che hanno colpito , colpendo un tunnel per il contrabbando di merci, un nascondiglio di armi e una piattaforma per il lancio di razzi, e in mattinata in gruppi armati palestinesi hanno risposto sparando almeno dieci razzi verso il sud di Israele, nonostante i tentativi dell'Egitto di mediare una tregua.

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