La Corea del Nord ha informato formalmente la Casa Bianca e il Pentagono di una potenziale azione nucleare. Nessuno può dire se la guerra esploderà davvero e se accadrà oggi o domani. Tuttavia il comunicato ufficiale dell'esercito di Pyongyang, che ha annunciato di aver ricevuto dal governo «il via libero definitivo a operazioni militari contro gli Stati Uniti, inclusi eventuali attacchi nucleari» costituisce l'ennesima provocazione nell'escalation di tensioni in Asia. Ecco perché il portavoce di Washington, Jay Carney, ha spiegato che gli Stati Uniti stanno adottando le necessarie precauzioni nei confronti del regime comunista asiatico.
Il Pentagono sta mettendo a punto tutte le misure utili a rafforzare la propria posizione di difesa contro la minaccia di missili della Corea del Nord. Il dispiegamento a titolo precauzionale avverrà nelle prossime settimane. La strategia americana avrebbe dovuto entrare in funzione entro il 2015 ma il peggioramento delle tensioni sta ora modificando i piani. Washington ritiene che il governo nordcoreano sia la minaccia più grande e duratura per gli States e i suoi alleati.
La mossa coreana, insomma, non viene affatto sottovalutata anche se i rischi di un conflitto sembrano ancora ipotetici e tutt'altro che immediati. Nell'isola di Guam, nell'oceano Pacifico, sta convergendo l'invio di batterie anti-missili per proteggere le basi americane da eventuali attacchi coreani. Il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, ha definito i passi compiuti dal regime coreano «un pericolo reale ed evidente».
Intanto la crisi asiatica sta destando preoccupazioni un po' ovunque. Da Berlino, il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha espresso solidarietà alla Corea del Sud lodandone la «reazione finora bilanciata e responsabile» e la stessa Cina appare decisa a voler evitare una «situazione di guerra». Questo il succo della telefonata tra Hagel e il generale cinese Chang Wanquan. Da Pechino è emersa forte e chiara l'angoscia per le «azioni provocatorie» che minacciano «la pace e la stabilità nella penisola coreana e nell'intera regione». Mosca ha definito «esplosiva la situazione, mentre la Francia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
La situazione è degenerata ieri pomeriggio all'altezza del 38esimo parallelo quando la Corea del Nord ha chiuso ai lavoratori del Sud il distretto industriale congiunto di Kaesong. Seul ha assicurato l'esame di tutte le opzioni possibili senza escludere il ricorso all'uso della forza nel caso dello scenario peggiore e ulteriori aggravamenti dei rapporti con la Corea del Nord.
Da qui la decisione di Washington di fare immediato ricorso al sistema missilistico di difesa Thaad (Terminal high altitude area defense) con l'invio di supporti anti missilistici nella base di Guam. Poi, in serata, il comunicato nordcoreano. E la speranza che rimanga una semplice, folle provocazione.
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