Irruzione in casa Bruni-Sarkozy

Voleva incontrare Carla Bruni. Non è quindi un ladro professionista, ma uno «squilibrato», ha fatto sapere il ministro francese dell'Interno, l'uomo che si è introdotto nella villa di cap Negre, in costa azzurra, della coppia Bruni- Sarkozy la scorsa settimana. La notizia è stata resa nota ieri dal quotidiano Le Figaro, secondo cui sarebbe stato il prefetto locale ad attendere qualche giorno prima di riferire l'accaduto all'ex capo dello Stato. L'uomo, che «cercava di incontrare ad ogni costo» la cantante ed ex première dame, è riuscito a entrare eludendo tutti i controlli proprio mentre Carla vi si trovava dentro assieme alla figlia Giulia, di due anni, avuta proprio dall'ex presidente. «Avrebbe potuto aggredire madame Sarkozy e la bambina, fortunatamente è stato fermato in tempo», ha riferito una fonte interna agli uffici di Sarkozy. Che per questa vicenda pare essere parecchio irritato. Specie dopo la polemica lanciata dalle colonne del quotidiano Le Parisien, che attaccava duramente Sarkò per le sue vacanze ritenute ingiustificamente «iperprotette». Il giornale forniva anche la lista dei dispositivi di sicurezza messi in piedi per assicurare la protezione dell'ex capo dello Stato e della sua famiglia durante il periodo di permanenza nella dimora in Costa Azzurra: controllo assicurato 24 ore su 24, a rotazione, da cinque squadre di tre agenti ognuna per la casa, e una decina di guardie del corpo che, a ruota, due per volta, seguono Sarkozy.

La risposta di Sarkozy, a mezzo di comunicato stampa, a questo punto non so è fatta attendere: l'ex presidente aveva fatto sapere di «godere dello stesso trattamento di tutti gli ex presidenti della Repubblica» e sottolineato anche che il dispositivo di protezione «viene valutato dai servizi del ministero dell'Interno». La sua utilità, ha concluso, «è stata del resto provata la settimana scorsa».

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