Sono salite sul palco sprovviste di un visto adeguato per le «attività commerciali». Vladimir Putin punta il dito contro le pop star Madonna e Lady Gaga, che ora rischiano problemi legali nel paese per aver tenuto i loro concerti munite solo di un visto turistico e, quindi, per aver contravvenuto alle leggi esistenti che richiedono visti ad hoc per lavorare ed esibirsi.
L'accusa mossa alle regine del pop rischia di alimentare gli attriti già esistenti fra Stati Uniti e Russia: da Edward Snowden, la «talpa del Datagate, al divieto per le famiglie americane di adottare bambini russi, passando per il bando imposto alla «propaganda omosessuale» a rischio di accuse penali.
Un tema, quest'ultimo, che ha fatto ipotizzare da più parti il possibile boicottaggio delle Olimpiadi invernali in programma a Sochi nel 2014 dopo che il ministro dello sport russo, Vitaly Mutko, ha precisato che la normativa che vieta la «propaganda delle relazioni sessuali non tradizionali» nelle vicinanze di minori dovrà essere rispettata anche dagli atleti stranieri. Dimostrazioni d'affetto pubbliche da parte di gay, incluso il tenersi per mano o mostrare simboli come la bandiera arcobaleno, sono ora illegali: a chi viola la norma saranno imposte multe e anche periodi di carcere. Gli stranieri si trovano a far fronte alle stesse penalità, oltre che alla deportazione.
Proprio Madonna e Lady Gaga sono già state accusate nel 2012 dal politico russo Vitaly Milonov di aver promosso l'omosessualità presso i minori durante i loro show. Madonna, infatti, ha usato il suo spettacolo di Mosca per esprimere il proprio appoggio alle Pussy Riot, finite in carcere per commenti contro Vladimir Putin.
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