Obama fa suonare Romney da Springsteen

Mitt Romney rinnova le accuse alla Casa Bianca per l'assalto dell'11 settembre al consolato Usa a Bengasi in cui sono morti quattro americani tra cui l'ambasciatore Chris Stevens, aprendo così un varco in uno dei bastioni della campagna per la rielezione di Barack Obama, la politica estera e di sicurezza. Il presidente non risponde ma rilancia schierando due pezzi da Novanta in Ohio, uno degli stati decisivi per la vittoria: Bruce Springsteen - che suonerà una manifestazione elettorale - e l'ex Bill Clinton, sperando nel carisma dei due.
«The Boss» e Clinton saranno a Parma, in Ohio, giovedì per cercare di galvanizzare l'elettorato nello stato-chiave e ridare lustro all'immagine del Presidente, appannata dopo il primo dibattito in tv, sperando in una migliore performance di Obama già martedì, nel nuovo scontro con il rivale repubblicano.
Romney, intanto, continua ad attaccare a testa bassa: l'opportunità gli è stata offerta da Joe Biden quando nel corso del dibattito con il suo rivale Paul Ryan ha affermato che «non ci era stato detto» che dal consolato avevano richiesto un rafforzamento della sicurezza. «Non sapevamo - ha detto - che volevano nuovamente incrementare la sicurezza».
Ma in questo modo, ha attaccato il candidato repubblicano, «si aprono nuovi interrogativi», perché «quando il vice presidente degli Stati Uniti contraddice direttamente la testimonianza di funzionari del Dipartimento di Stato, i cittadini americani hanno il diritto di sapere cosa succede, e noi lo scopriremo».
Alla sempre più arroventata campagna per le presidenziali Usa del 6 novembre si è unito ieri anche Rupert Murdoch che, dal proprio account su Twitter, ha sparato a zero contro il presidente uscente e persino di più contro il suo vice, Joe Biden, schierandosi apertamente dalla parte del candidato repubblicano Mitt Romney. «Sarà un incubo per Israele se vincesse Obama», attacca il magnate australiano. Un «incubo» è definita anche l'ipotesi in cui diventasse Segretario di Stato l'attuale ambasciatrice Usa presso l'Onu, Susan Rice.
Un altro affondo il boss della News Corporation lo dedica all'assalto del mese scorso contro il consolato generale degli Stati Uniti a Bengasi, in Libia, da parte di una folla inferocita: «Su Bengasi la Casa Bianca sta ancora mentendo. Doveva conoscere la verità, o l'intera amministrazione è un disastro?», incalza, alludendo alle segnalazioni delle agenzie d'intelligence che avrebbero invano messo in guardia dal pericolo di un attacco, costato la vita a quattro cittadini statunitensi tra cui l'ambasciatore Christopher Stevens.

«Biden», prosegue Murdoch, «si è messo la Cia sotto i piedi, e ora la Casa Bianca fa altrettanto con il Dipartimento di Stato!», scrive Murdoch. In un altro tweet, poi, accusa Biden di aver «mentito spudoratamente sui rapporti personali» con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

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