I media di Stato siriani hanno annunciato oggi un'amnistia concessa dal presidente Bashar al-Assad, con un decreto che trasformerà in ergastoli alcune pene capitali, riducendo anche il tempo in prigione per diverse accuse e cancellandone altre.
Secondo l'agenzia Sana, la misura annunciata da Assad, che da pochi giorni ha iniziato il suo terzo mandato da sette anni, dovrebbe valere anche per chi entra in Siria con l'intenzione di "unirsi a un gruppo di terroristi", se si consegnerà entro un mese alle autorità. Altre fonti sostengono invece che non riguarderà chi si sia macchiato di "atti di terrorismo", definizione che per Damasco include tutto il fronte d'opposizione.
L'amnistia dovrebbe coprire anche i disertori e i sequestratori. I reati che saranno inclusi nel provvedimento non sono però meglio precisati.
Il presidente siriano è impegnato in una guerra civile contro un composito fronte d'opposizione, del quale fanno parte anche gruppi di matrice terroristica. Negli ultimi mesi l'esercito del regime ha riconquistato alcuni punti chiave, come la città di Homs, considerata dai ribelli capitale morale della rivoluzione.
L'amnistia annunciata oggi è l'ultima di una serie di iniziative simile annunciate dal 2011, quando iniziarono le proteste pacifiche contro il regime, poi diventate uno scontro aperto e sempre più sanguinoso tra Damasco e i ribelli, con entrambi i fronti accusati di avere commesso crimini di guerra.
538em;">Lakhdar Brahimi, per due anni inviato speciale delle Nazioni Unite, in una recente intervista con il settimanale tedesco Spiegel ha detto di avere fornito ad Assad un elenco di 29mila persone che si trovano nelle carceri siriane. Assad, ha aggiunto, "sa che nelle sue prigioni ci sono da 50mila a 100mila persone e che alcune di loro sono torturate ogni giorno".
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