La verità nascosta della Grecia: i politici evadono ancora le tasse

Giornalisti in cella per farli tacere, ma lo scandalo esplode: coinvolti due ex ministri. E la rabbia monta: boom di vendite per il giallo sul serial killer dei furbetti del fisco

Un medico ateniese viene trovato ucciso da una iniezione di cicuta: lo stesso veleno che fu usato 2400 anni fa per giustiziare il filosofo Socrate. Un politico fa la stessa fine. Idem un armatore stile Onassis. Tutti avevano ricevuto, pochi giorni prima di morire, una lettera da un misterioso «Esattore fiscale» che intimava loro di saldare le tasse inevase. «Paga quello che devi allo Stato, tu che guadagni milioni di euro e ne dichiari 20mila l'anno». La caccia mortale agli evasori non è per ora realtà: lo scrittore Petros Markaris, il Camilleri greco, autore di una trilogia sulla crisi economica ellenica, di cui l'ultimo thriller «L'esattore» (tradotto in Italia da Bompiani) è appunto il secondo romanzo, ha prudentemente messo in calce al suo libro l'avvertimento «Attenzione: questo giallo non è consigliabile per imitazioni. Anche se l'evasione fiscale in Grecia è una piaga enorme». Sarà per proteggere le potenziali vittime di un serial killer che si ispiri all'«Esattore» che la magistratura greca ha arrestato, processato e infine assolto giovedì a tempo di record, nel giro di una settimana, il giornalista Kostas Vaxenakis, che aveva iniziato a pubblicare sulla rivista da lui fondata, Hot doc, la lista di circa duemila evasori ellenici con conti all'estero che era stata consegnata fin dal 2010 dall'allora ministro delle Finanze francese Christine Lagarde (attuale direttore del Fondo monetario internazionale) al governo ellenico guidato due anni fa dal socialista George Papandreu? Lista da allora misteriosamente scomparsa: dopo le rivelazioni di Hot doc, la Corte Suprema di Atene sta decidendo se procedere contro due ministri delle Finanze che si sono succeduti dal 2010 senza muovere un dito per scovare gli evasori contenuti nell'ormai famoso «CD Lagarde» e fare pagare loro quanto dovuto allo Stato. I ministri nel mirino sono George Papacostantinou ed Evanghelos Venizelos: in particolare quest'ultimo è un pezzo da novanta del Movimento socialista panellenico Pasok, al potere per 30 anni- con una parentesi di sette anni di esecutivi a guida conservatrice - dopo la caduta della dittatura dei colonnelli nel 1974. Venizelos ora è il leader del Pasok e dopo le ultime elezioni di maggio, che hanno visto il crollo dei maggiori partiti, ha deciso di dare il suo appoggio al governo di solidarietà nazionale guidato dal leader di centrodestra Antonis Samaras. Chi e quale lobby avrà voluto proteggere il corpulento Venizelos, che della Grecia contemporanea conosce ogni anfratto?
Nel libro di Markaris, l'esattore killer recupera ben 8 milioni di euro in dieci giorni e li consegna al fisco, fra l'esultanza dei greci che nel romanzo, proprio come nella realtà, stanno subendo pesantissimi tagli a stipendi e pensioni, e una disoccupazione al 24%, per sanare il bilancio di uno Stato che vanta al contempo, secondo uno studio della Confindustria ellenica, almeno 30 miliardi di euro l'anno di evasione fiscale. Gli aiuti internazionali alla Grecia ammontano a circa 200 miliardi: basterebbero sette anni di «recupero crediti» nel settore evasione per ripagare il megaprestito, invece di salassare pensionati e impiegati.
Ma non basta, nell'ultima settimana i giornalisti arrestati o sospesi dalle loro funzioni sono ben quattro. Oltre al direttore di Hot doc, due conduttori della tivù pubblica: sospesi solo perché hanno osato chiedere al ministro per la Protezione del cittadino, Nikos Dendrias, se ha intenzione di dimettersi dopo lo scandalo, rivelato da un'inchiesta del quotidiano comunista Avghì ripresa dal britannico The Guardian, relativa a torture e pestaggi nei commissariati greci ai danni di immigrati. Sottolineamo che alle ultime elezioni ben uno su due poliziotti ad Atene hanno votato per il partito neonazista Alba Dorata, la triste novità del panorama politico greco, che ha portato 21 deputati in Parlamento riscuotendo consensi fra chi cerca un capro espiatorio della crisi economica fra i più deboli: ad Atene le aggressioni ad immigrati anche regolari sono all'ordine del giorno. Ma a chiudere l'elenco dei giornalisti nel mirino dei giudici è Spyros Karatzaferis, fratello di Ghiorgos, leader del partito ultranazionalista Laos che è stato superato a destra da Alba Dorata, e responsabile di un tv privata regionale. Karatzaferis aveva appena annunciato tre giorni fa nella sua trasmissione di avere avuto rivelazioni da parte degli hacker di «Anonymous» che avevano di recente forzato il sito del dicastero ellenico delle Finanze: rivelazioni «che avrebbero danneggiato la politica economica seguita dal governo greco». Gli hacker si sono concentrati sui colloqui fra il governo di Atene e la troika formata dai rappresentanti del FMI, dell'Ue e della Banca centrale europea relativamente alle condizioni per dare alla Grecia l'ultima tranche di 11 miliardi del megaprestito.

Le prime decisioni ufficiali sull'esito di questi colloqui i greci le hanno lette giovedì sui giornali: 90mila licenziamenti nel settore pubblico di qui al 2016 e nuovi tagli a pensioni, istruzione, autonomie locali. Forse l'«Esattore fiscale» sta preparando nuove iniezioni di cicuta.

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