Far cultura come un discepolo di don Gallo

Gentile direttore, a leggere le considerazioni sul Codice da Vinci del famosissimo editorialista Giacomo Petrella vien da dare ragione a quel tale che sosteneva che la madre degli imbecilli è sempre incinta. Ci voleva un giovanotto dalle poche ma molto confuse idee in materia per sentenziare, dalle assai ospitali pagine del Giornale, che il libro di Dan Brown ed il film ad esso ispirato non rappresenterebbero né una contrapposizione e neppure una offesa per il cristianesimo. Evidentemente a sbagliarsi insieme con milioni e milioni di cristiani in tutto il mondo sono eminenti personalità come il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti Card. Francis Arinze o l’Arcivescovo di Genova Card. Tarcisio Bertone che lo giudicano un attacco al cristianesimo ovvero studiosi e uomini di cultura finissimi come Massimo Introvigne ed Andrea Tornielli.


Mi risulta che il Senatore Riccardo Pedrizzi che è Presidente della Consulta Etico Religiosa di An abbia espresso sul Codice giudizi assai severi e che gli stessi esponenti nazionali di Azione Giovani, pur non promuovendo specifiche iniziative, siano sulla stessa lunghezza d’onda per cui ne deduco, anche da simpatizzante di destra, che l’incauto Petrella, che di Azione Giovani scrive di essere responsabile addirittura del settore cultura, ha sproloquiato a mero titolo personale e comunque, più che di Fini, da discepolo di don Gallo.

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