Federalismo, una Camera per le Regioni

Bossi: "L'esame del provvedimento inizierà al Senato". Il ministro Calderoli: "Non può esserci federalismo senza federalismo fiscale, ma anche il federalismo fiscale ha bisogno di una Camera delle regioni, che segnerà la fine del bicameralismo perfetto"

Federalismo, una Camera per le Regioni

Roma - Bossi ha annunciato che l’iter del ddl sul federalismo fiscale - che sarà varato dal governo venerdì prossimo - partirà dal Senato. La Lega è fermamente intenzionata a portare a casa il risultato. "Siamo venuti a vedere come incardinare in parlamento il provvedimento che inizierà qui a Palazzo Madama", dice il ministro delle Riforme e leader della Lega Umberto Bossi, parlando con i giornalisti al termine della colazione di lavoro a palazzo Giustiniani con il presidente del Senato Renato Schifani. Alla domanda se si tratti di una vittoria storica della Lega, il Senatùr ostenta cautela: "Speriamo di andare fino in fondo". A chi gli chiede, invece, un commento alle critiche di Massimo D’Alema e dell’opposizione su un progetto ancora privo di contenuti, Bossi replica: "Stiano tranquilli".

Una Camera per le Regioni Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli prevede un’iniziativa legislativa del governo in materia di riforma costituzionale in senso federalista. "Credo che ci sarà una proposta del governo", ha detto Calderoli. I decreti legislativi relativi al federalismo fiscale e al federalismo costituzionale "dovrebbero arrivare a compimento quasi insieme", ha detto. "Non può esserci federalismo senza federalismo fiscale, ma anche il federalismo fiscale ha bisogno di una Camera delle regioni, che segnerà la fine del bicameralismo perfetto".

Ridurre i costi della politica Il ministro ha osservato, inoltre, che con la riforma costituzionale "ne approfitteremo anche per ridurre il numero dei componenti il parlamento e i costi della politica".

Da sinistra critiche strumentali "Le leggi delega prevedono solo dei principi, in seguito con i decreti legislativi si riempiono di numeri. Quindi, è evidente che, se l’eccezione è questa, è strumentale, di chi non vuole contribuire a questo cammino". Così Calderoli replica alle critiche del centrosinistra al federalismo fiscale, del quale, in particolare il Pd, chiede di poter vedere le cifre. "Per fortuna - aggiunge Calderoli - tanti amministratori dell’opposizione dimostrano un atteggiamento positivo e propositivo". Per quanto riguarda, poi, il clima sul provvedimento in parlamento, il ministro sottolinea: "Ci aspettiamo che il medesimo clima che c’è stato fino ad oggi venga utilizzato in parlamento intorno a quel testo, che può essere migliorato, su cui possono dare ulteriori contributi tutti quelli che vogliono fare la loro parte".

Federalismo fiscale Aliquota riservata sull’irpef alle regioni, compartecipazione all’irpef ai comuni per finanziare le funzioni fondamentali, razionalizzazione dell’imposizione fiscale sugli autoveicoli in favore delle province. Sono queste le principali novità del disegno di legge sul federalismo fiscale del ministro Calderoli, che venerdì approderà in consiglio dei ministri.  

Sanità, assistenza e istruzione "La riserva di aliquota sull’imposta regionale sui redditi delle persone fisiche o dell’addizionale regionale" all’irpef, prevista dall’articolo 6 del testo, sarà destinata a finanziare i livelli essenziali delle prestazioni delle regioni in sanità, assistenza e istruzione. Per i comuni l’articolo 10 stabilisce che le funzioni fondamentali sono finanziate dal gettito derivante dalla compartecipazione e dall’addizionale irpef, dai tributi propri disciplinati dalla legge statale e dal fondo perequativo e che "la manovrabilità dell’addizionale all’irpef è stabilita tenendo conto della dimensione demografica dei comuni per fasce". L’articolo 9 prevede che siano i decreti delegati a definire le modalità con cui le spese per le funzioni non fondamentali "sono finanziate con il gettito dei tributi propri e con il fondo perequativo basato sulla capacità fiscale".

Tributi comunali e provinciali Ci sarà inoltre "un tributo proprio comunale e uno provinciale che, valorizzando l’autonomia tributaria, attribuisca ai comuni e alle province la facoltà di applicarli in riferimento a particolari scopi e per finanziare oneri derivanti da eventi o opere particolari relativi alle loro funzioni istituzionali".

In relazione agli obiettivi di finanza pubblica, l’articolo 15 introduce in favore degli enti più virtuosi e meno virtuosi "un sistema, rispettivamente premiante e sanzionatorio, che porti per i primi a modificazioni della aliquota di un tributo erariale commisurate allo scostamento tra i risultati" attesi e raggiunti. 

 

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