Ah, il fascino delle solite vecchie banalità che i democratici rispolverano a ogni convention, proponendo solo vantaggi agli americani, conquiste sociali senza sforzo, sanità gratis per tutti, e nessun sacrificio, contro tutte le cifre offerte dalla realtà. Quasi la metà del discorso di Obama è stata dedicata alla politica interna, il vecchio cavallo di battaglia del partito del tax and spend. Naturalmente non ci crede più nessuno, gli elettori americani di solito si chiedono dove i candidati generosi intendano trovare i soldi per le loro fantastiche promesse e di solito si rispondono che le parole del candidato non sono credibili. Negli ultimi trent'anni è andata bene a un solo democratico, ma quello si chiamava Bill Clinton, ed era un liberale non un liberal. Allora Obama che fa? Usa a mani basse l'accidente di essere arrivato fino al podio di Denver, trasuda la negritudine che un minuto prima aveva negato, e fa capire che siamo nell'eccezionale, anzi nel miracoloso. Ehi, se ce l'ha fatta lui, ce la farà anche l'America da lui promessa. Yes, we can.
La politica estera, che il candidato conosce poco, e tratta malamente, diventa un attacco volgare a John McCain, che sarebbe un guerrafondaio d'altri tempi, e sarebbe stato sempre a fianco di Bush negli anni e nelle scelte peggiori, quando invece la carta di eroe e prigioniero in Vietnam, le scelte di trasparenza nel finanziamento ai partiti, sono il suo patrimonio limpido, orgoglioso, e non più demodé dopo i fatti di Georgia. Quando Barack Obama dice che l'America deve guardare al futuro e non al passato, non dice solo unovvietà e una cosa non vera, ché al futuro l'America guarda sempre, offende, e non può non saperlo, la storia degli ultimi sette anni, i morti dell'11 settembre, quelli dell'Afghanistan e dell'Irak: le vittime del terrorismo.
Ho letto due volte senza più guardare le immagini il discorso della rockstar che i democratici hanno deciso di scegliere a candidato presidente del 2008, e so di non mentire se affermo che non ha detto niente. Andare a cercarvi i Gore, i Kerry, vedrete che sono uguali. Però, come ha ben spiegato Hillary Clinton, è uno straordinario chiacchierone.
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