Per il mio compleanno Gioia mi ha regalato un bonsai. Un olmo per la precisione, piccolo, tenero, una piantina che se uno non l'ha mai avuta non capisce. Ecco: un bonsai cambia la visione delle giornate, soprattutto perché tirarlo su non è mica facile. «È come avere un albero in casa», ti dicono. Ed in effetti farlo crescere - e soprattutto non farlo morire - è un vero e proprio lavoro. Tanto che i primi giorni non pensavamo che ce la facesse: troppo stress, troppa acqua oppure troppo poca, troppa luce o magari troppo buio. Poi un giorno Gioia ha portato da casa uno spruzzino, uno di quegli arnesi che servono per nebulizzare d'acqua. Sarebbe uno spruzzino idoneo per stirare, ma tant'è: Olmo (sì, con la maiuscola) ha gradito.
Figuratevi poi quando abbiamo tagliato i primi rametti secchi e - apoteosi - quando è stato trovato uno spazio idoneo sul davanzale: quelle prime foglioline secche sono sparite e adesso sembra tutto un altro albero. Insomma: al nostro bonsai manca solo la parola ed in effetti ora c'è preoccupazione, perché per qualche giorno resterà un po' da solo. Perché diciamolo: Olmo ormai è di casa qui in redazione. E un po' già ci manca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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