Frattini: non invieremo altre truppe. E coi terroristi non si tratta

Islamabad La soluzione agli attuali problemi dell’Afghanistan non è un aumento numerico dei soldati. L’Italia, dunque, non ne invierà degli altri. Lo ha detto il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini, ieri in visita (non preannunciata) nella capitale pakistana Islamabad dove ha incontrato i vertici istituzionali di uno dei Paesi più in prima linea nella lotta al terrorismo internazionale. Da New York, del resto, il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha precisato che «gli Stati Uniti non chiedono più uomini in Afghanistan all’Italia».
Frattini ha ricordato che l’Italia ha già compiuto recentemente uno «sforzo ulteriore inviando quattro aerei (Tornado) per rafforzare la difesa», e che «le truppe sul posto fanno dell’Italia il quarto contingente in Afghanistan che controlla una provincia strategica (Herat)»: provincia che «oggi i talebani vogliono far diventare, o far apparire, meno sicura». Per il titolare della Farnesina, gli attacchi degli ultimi giorni contro i soldati italiani sono «scaramucce, piccoli focolai pericolosi ma che non hanno una forza tale da creare un’azione strutturata come al sud».
Frattini ha sottolineato a tale proposito che proprio in questi frangenti «la strategia dell’Italia è giusta perché non risponde con i raid, ma continua la cooperazione con i civili». Su questo punto, ha rivendicato, «l’Italia ha dato un esempio affiancando la cooperazione alle azioni di peacekeeping, conquistando la simpatia e l’ammirazione del popolo»: un «modello italiano che gli altri dovrebbero seguire».
Il ministro degli Esteri ha anche chiarito il punto di vista italiano sull’ipotesi, circolata in questi giorni, di scendere a patti con i talebani. Con i terroristi, ha detto Frattini, non si tratta, e questa è anche l’opinione del governo del Pakistan: farlo «significherebbe legittimare i talebani».
Il ministro pakistano Mahmoud Qureishi ha detto di essere in continuo contatto con il collega di Kabul.

È stato lo stesso ministro afghano a riferire che alla Jirga di pacificazione che si terrà a Islamabad il 26 e 27 ottobre con l’intento di coinvolgere i leader tribali di entrambi le parti «i talebani non sono stati invitati».

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