da Milano
Intensive Care è il tuo ottavo album e ne sei molto fiero. Quali lati mostri che non avevamo conosciuto prima?
«Forse una maturità rinnovata. In questa fase la mia vita è molto più felice di prima».
Di Make me pure, che è un brano molto profondo, hai detto: «Parla di avere 30 anni e dello scoprire che mi manca ancora qualche cosa, e quella cosa è una donna, una compagna, una moglie. Questo e un Robbie inedito, un Robbie serio.
«Sì, sto cercando davvero qualcuna. Adesso lo scrivono come se fossi uno sfigato disperato tipo Dio mio sono tutto solo, non posso andare avanti senza una donna al mio fianco, ma non è così. La verità è che ho trentun anni, trentadue a febbraio e ancora non ho trovato il vero amore».
Nel tuo ultimo singolo Advertising space, di cui è appena uscito il video, parli di Elvis, i suoi alti e bassi, la sua caduta.
«Penso che oltre a quelle che furono le sue scelte personali ovviamente, il mondo abbia ucciso Elvis. È un peccato che non ci fosse nessuno a prenderlo per la mano e guidarlo, indirizzarlo, aiutarlo. O forse avrebbe dovuto fare esattamente così e morire. Mi riconosco tanto in Elvis. Ho preso tanta droga. Ho mangiato tanta roba fritta. Tutto quello che potevo. Non dico di essere come Elvis, per carità, ma comprendo tante cose che ha vissuto».
Come trovi l'equilibrio tra la vita da superstar e il mondo normale?
«La cosa fantastica è che io ho l'opportunità di far finta di essere una superstar. Prima mi odiavo perché mi vedevo come un miserabile truffatore che non si meritava tutto questo successo, ma adesso lavoro perché mi diverte fingere. È tutto falso. Dicono che non sono un vero grande, che non sono autentico, che non sono quello o questo e io rispondo a tutti con un sorriso e dico avete ragione non lo sono».
Come vivi la tua vita frenetica sempre in viaggio e sempre in movimento? Ti piacerebbe finisse?
«Non vorrei fosse così esagerata. Sarebbe bello poter scegliere e io opterei per una situazione un po' più contenuta. Faccio delle conferenze stampa tremende davanti a 400 giornalisti e non so che fare. Li faccio ridere e gli racconto delle balle».
Hai definito il tuo singolo Tripping una mini gangster opera. Come è il brano?
«Beh... dura intorno ai 3 minuti e mezzo... Scherzo. La canzone, in effetti, non tratta di nulla. Ma volevano una spiegazione e mi sono inventato questa».
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