da Milano
Sale la tensione in vista della prossima presentazione del piano di riassetto per gli anni 2007-2011 delle Ferrovie dello Stato. A manifestare le maggiori preoccupazioni, è Alleanza nazionale, che ieri ha presentato uninterrogazione ai ministri dellEconomia e dei Trasporti, Tommaso Padoa-Schioppa e Alessandro Bianchi. An vuole sapere se corrisponde al vero che «lamministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, abbia in procinto di realizzare, in accordo con il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, un piano di licenziamento di 15mila dipendenti dello Stato a fronte di un totale di 100mila unità».
Interpellato ieri dai cronisti, Moretti non ha voluto scoprire le carte sui contenuti del piano. Ancora «non è pronto - ha detto - , ma è in stato molto avanzato. Ci sono confronti con lazionista e il cliente». Inoltre, ha precisato, «è necessaria la distinzione tra regolatore, azionista e clienti ai quali noi ci riferiremo come impresa». In merito allo scorporo di Rfi (la rete ferroviaria), secondo lad delle Fs «il problema è solo politico, io consiglio di guardare cosa fanno in Francia e Germania che sono i nostri veri competitori». Sulla possibilità di scorporare Rfi si era soffermato alcuni giorni fa anche il presidente delle Ferrovie, Innocenzo Cipolletta, ricevuto ieri a Palazzo Chigi: «Lazienda è tutta intera, poi lazionista può decidere qualsiasi cosa». Indicazioni da parte del governo? «No, assolutamente», era stata la risposta di Cipolletta.
Del piano industriale si parla ormai da qualche mese. La missione di Moretti, che ha fama di grande risanatore, è quella di coprire un buco di circa due miliardi di euro in tre anni. Fra le misure tese ad abbattere gli sprechi, ci sarebbero tagli alle stazioni e alle biglietterie meno produttive, leliminazione del secondo macchinista attualmente presente sui treni (ma lipotesi sembra incontrare le resistenze del sindacato), una profonda ristrutturazione della rete ferroviaria e leliminazione delle società che fanno capo a Cargo, in forte passivo.
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