Fuga di notizie È caccia alle «talpe»: la Finanza sempre nel mirino

Non solo i nomi di Milanese e Adinolfi. Leggendo le migliaia di atti depositati, la «caccia» dei pm dell’inchiesta P4 ai responsabili della fuga di notizie non si ferma qui. Intere pagine di verbale di Luigi Bisignani sono piene di «omissis». Proprio quelle in cui il consulente, ai domiciliari, parla dei rapporti di Papa con «magistrati e forze di polizia» e dei suoi giri «negli ambienti della Gdf, al comando generale e a quello provinciale di Napoli». Al gip Bisignani ha ribadito di sapere che «Papa aveva dei rapporti importanti sia alla procura di Roma che qui a Napoli con la Gdf». Anche Manuela Bravi, compagna di Milanese, lascia una traccia che i magistrati approfondiranno. «So che la talpa è uno della Gdf, ricordo il cognome che comincia per M tipo Migliaccio o Migliacco o Marasco»; un ufficiale che per i giornalisti «delle redazioni di Napoli» «dà notizie sulle indagini». C’è poi l’imprenditore Alfonso Gallo, tra quelli che avrebbero subito le «pressioni» di Papa, ad aprire un altro fronte: nell’interrogatorio ammette che «sempre a detta del Papa, anche la Dia forniva notizie e informazioni a lui, che le utilizzava».

E dei rapporti del deputato con la polizia, racconta: «Mi disse di essere stato informato dell’esistenza della suddetta attività investigativa da ambienti della Gdf. Ho visto più volte Papa incontrarsi con il generale Poletti, inoltre mi ha detto di essere molto amico del generale Pollari...». La caccia continua.

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