La Gelmini e la superscuola a Scampia

La prima scuola è stata quella dei «missionari», il luogo dove si strappano i ragazzini dalla strada per dare loro una prospettiva di vita diversa. È partito da Scampia, il regno della camorra, il quartiere del libro inchiesta di Roberto Saviano Gomorra, un tour a sorpresa negli istituti italiani del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Nonostante le critiche che giornalmente le vengono indirizzate per il rigore della sua riforma, la Gelmini ha deciso di uscire dal ministero per vedere con i suoi occhi cosa è la scuola in Italia.
Prima tappa la periferia napoletana strozzata dalla malavita, istituto Galileo Ferraris. Da qui, ha spiegato il ministro, inizia la conoscenza sul campo delle scuole italiane: «Voglio conoscere in prima persona il sistema scolastico e aiutare gli istituti a risolvere i problemi». Elogio dell’Istituto Ferraris, dove il preside «è bravissimo, un vero missionario». E poi un incontro con i ragazzi e i docenti, per spiegare cosa prevede la riforma della scuola contro le inesattezze a volte «ideologiche», come ripete spesso la trentacinquenne titolare dell’Istruzione, degli avversari politici. «Questa scuola, come altre nel Mezzogiorno - ha detto ancora Gelmini a Scampia - è un avamposto di cultura, speranza e legalità, il volto di uno Stato che quotidianamente si confronta con i problemi più difficili trovando risposte positive». Gli istituti tecnici come quello di Scampia possono offrire «ai giovani in un’alternativa concreta alla strada, alla disoccupazione e delinquenza».
«Politica propagandistica», definisce questa visita il senatore del Pd Giorgio Tonini, che rinnova le critiche sui «tagli di 87mila insegnanti».

«Uno spot», attacca anche il ministro ombra delle Politiche Giovanili del Pd, Pina Picierno. Ma ai microfoni di Radio Padania, nel pomeriggio, il ministro ha tirato dritto: «La gente ha capito che le proposte avanzate, dal maestro unico al voto in condotta al grembiule, sono misure di buon senso».

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