L'Aja - L’ex leader serbo bosniaco
Radovan Karadzic non si è dichiarato né colpevole né
innocente, scegliendo di non rispondere alla domanda dei giudici
del Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi). Il terzo appuntamento è previsto per il 17 settembre.
La scelta di Karadzic L’ex leader serbobosniaco Radovan Karadzic - arrestato in Serbia il 21 luglio scorso e quindi estradato in Olanda - si è presentato, oggi pomeriggio, davanti ai giudici del Tribunale penale internazionale per i crimini di guerra della ex Jugoslavia e per rispondere delle accuse che gli vengono contestate, tra cui quella di genocidio. Qui Karadzic si è rifiutato di depositare la dichiarazione di non colpevolezza, costringendo il giudice Iain Bonomy a farlo per conto suo. Il presidente della corte del Tpi, il giudice scozzese Iain Bonomy, ha introdotto una dichiarazione di "non colpevolezza" per l’imputato, così come previsto dalla procedura, dopo avere chiesto a Karadzic se intendesse non dichiararsi per tutti i capi di imputazione. "Assolutamente", è stata la risposta dell’ex leader serbo bosniaco, in piedi davanti ai giudici.
I reati contestati A quel punto, il giudice ha sospeso la lettura dei capi di imputazione e a proceduto alla dichiarazione a nome dell’imputato. Il Tpi contesta a Karadzic i reati di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità per fatti compiuti durante la guerra di Bosnia (1992-95). Tra questi, il massacro dell’enclave musulmana di Srebrenica e il sanguinoso assedio di Sarajevo. Il terzo appuntamento in aula all’Aja per Radovan Karadzic è previsto per il 17 settembre prossimo per un’udienza di state conference, ovvero un’udienza in cui viene fatto il punto su tutte le questioni procedurali, amministrative e pendenti. Questa data sarà quindi l’occasione per l’imputato per porre "tutti i quesiti che vuole e presentare i ricorsi", ha affermato il giudice inglese Iain Bonomy.
Le domande alla Corte L’ex-leader serbobosniaco aveva chiesto di poter fare alcune domande e ricorsi alla Corte già oggi, ma il giudice ha rifiutato di ascoltarlo, rimandando tutto all’appuntamento di settembre. Quasi sicuramente l’ex leader serbo bosniaco presenterà ricorso contro la giurisdizione della Corte, già richiesto oggi ma non accolto dal giudice perchè non previsto dalla procedura. Karadzic ha detto di non riconoscere la giurisdizione del Tpi, in quanto tribunale "non delle Nazioni Unite ma della Nato, che mi vuole liquidare".
Entro la settimana prossima Karadzic dovrebbe ricevere tutto il materiale preparatorio del processo in serbo, sua lingua madre, così da poterlo analizzare con i suoi assistenti e decidere una strategia difensiva o presentare eventuali ricorsi e domande.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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