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ANNO GIUDIZIARIO

In Liguria nello scorso anno si è registrato un aumento dei procedimenti a carico di esponenti della criminalità organizzata, in particolare nei confronti di aderenti alla ’ndrangheta, «molto presente nel territorio» nelle zone di Genova, Lavagna, Sarzana e Ventimiglia. È quanto ha sottolineato ieri il presidente della Corte d’Appello di Genova, Mario Torti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Torti ha messo in luce che, come in altre zone d’Italia, anche in Liguria sono aumentati i reati riconducibili a vario titolo alla crisi economica. Sono in aumento i reati contro il patrimonio: furti, truffe, rapine ed estorsioni. Ma sono in aumento anche i reati societari: bancarotta, frode fiscale, usura. La crisi della giustizia, poi, continua a essere rappresentata dalla sua «patologica lentezza - ha concluso Torti -. Il nostro legislatore è obbligato a ridurre la durata dei processi». Un allarme sul numero dei detenuti in Liguria - passato dai 1.675 del 2010 ai 1.807 del 2011, nonostante i posti letto regolamentari siano complessivamente 1.130 - arriva intanto da Roberto Martinelli, segretario aggiunto del sindacato di polizia penitenziaria Sappe.

Per Martinelli, l’introduzione della legge 199/2010 ha avuto effetti positivi, «ma non la si può certo definire una legge svuota-carceri»: al 31 dicembre 2011 i detenuti usciti e collocati ai domiciliari in Liguria sulla base delle 199 sono stati 152, dei quali 10 donne.

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