Concerto unico sulle note di uno Stradivari che ha 286 anni

Concerto unico sulle note di uno Stradivari che ha 286 anni

L’appellativo è curioso e lascia libera la fantasia: «uomo degli Stradivari», incantatore - in senso più che positivo - di folle, mago dei suoni che escono da quei meravigliosi violini dalla voce cristallina, gioielli dal valore inestimabile, orgoglio - ahimè di nicchia - tutto italiano. Matteo Fedeli, classe 1972, milanese, è lui che ha la fortuna e soprattutto il merito di poter suonare strumenti tra i più prestigiosi, che le più grandi collezioni gli affidano per portare il timbro degli Stradivari in tutto il mondo, in un circuito un po' particolare, parallelo a quello che coinvolge i grandi teatri e mirato ad un pubblico più eterogeneo: ed ecco che ora arriva anche da noi. «Uno Stradivari per Genova, uno Stradivari per la gente», venerdì 13 aprile (ore 21) a Palazzo Ducale, un concerto ad ingresso gratuito che il maestro Fedeli regala alla nostra città, suonando il «Grand Stradivarius» del 1726 (ex Adams Collection); in programma «Le Quattro Stagioni Portene» di Astor Piazzolla, una partitura che gioca al rimando con le Stagioni vivaldiane in cui il maestro sarà accompagnato dall’orchestra «Accademia Concertante d'Archi di Milano» diretta da Mauro Ivano Battaglia. Un evento straordinario realizzato con il contributo di Bayer e Fondazione Carige e dedicato alla raccolta fondi in favore di un progetto post alluvione della Croce Bianca Genovese: l'acquisto di un mezzo 4x4 allestito con specifiche attrezzature e materiali per essere pronti ad affrontare calamità come quella dello scorso 4 novembre. «Sono particolarmente felice di potermi esibire a Genova - ha affermato il maestro Fedeli ieri mattina a Palazzo Tursi, nel salone accanto alla "residenza" del Cannone di Paganini - anche e soprattutto per la finalità dell'evento, che è nobile ed importantissima». E allora via agli scatti accanto alla preziosa teca, con un omaggio particolare - il catalogo tematico di Paganini - offerto dal Comune al maestro. Ma attenzione, per carità: non cadiamo nell'equivoco di abbinare il nome Stradivari al nostro celeberrimo Cannone: errore che parrebbe legittimo, vista la situazione contingente e che troppe volte si commette.

Il violino di Paganini è un «Guarneri del Gesù» - altra fabbrica, manco a dirlo, tutta italiana pure lei - «un violino più maschio, più indomabile, che ha bisogno di più tempo per far uscire le proprie splendide potenzialità sonore». Queste le parole dell'uomo degli Stradivari. Gli crediamo sulla fiducia.

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