Corte dei conti: Pericu a giudizio

Negli ultimi giorni, occorre riconoscere a Beppe Grillo almeno un grande merito. Aver fatto conoscere al mondo, anche a coloro che non hanno mai aperto la Costituzione italiana, l'articolo 67, quello che recita: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Un articolo nato e cresciuto per lasciare libertà agli eletti, senza che fossero prigionieri dei partiti. Ma un articolo che oggi è vergognoso e surreale con una legge elettorale come quella vigente in Italia, dove i parlamentari sono tali non perchè rispondono agli elettori o perchè sono bravissimi, ma perchè un signore li mette in lista davanti ad altri. Quindi, ovviamente, sono scelti per portare avanti il programma del signore che li ha portati a Montecitorio e a Palazzo Madama, non per fare il contrario. Eppure, tradiscono. Succede, è successo, continua ad accadere e succederà. Solo che Bersani lo chiama scouting, ma sempre compravendita è e vede al centro delle sue brame i grillini.
Vedete, io penso che cambiare gruppo dopo essere stati eletti sotto un simbolo (non riproponendo la propria candidatura e riprendendosi i voti, il che è assolutamente legittimo), sia sempre sbagliatissimo, vergognoso, un tradimento del proprio mandato elettorale. Certo, quando ci sono le preferenze, almeno una minima legittimazione personale c'è. Ma, solo col simbolo e il Porcellum, è una schifezza assoluta.

Quindi, quando Grillo parla di «circonvenzione di elettore» e di «violazione del contratto fra elettori ed eletti» ha ragione, così come quando dice che coloro che tradiscono il proprio partito in nome dell'articolo 67 della Costituzione vogliono fare «come cazzo gli pare». Non sarà un'immagine finissima, ma rende l'idea. (...)

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