Cronache

il derby dei lettori

No, non è l'ormai frequente panegirico per il Genoa di oggi, per il gioco, per i goal che si susseguono, per lo spogliatoio o per l'organizzazione societaria. «Welcome» non è per i tifosi né per i lettori.
Il benvenuto lo dà il campionato al Genoa, lo dà la classifica a fine girone d'andata, lo dà, possiamo dirlo, la zona Champion's League. È tempo di bilancio; parziale, di metà esercizio, ma pur sempre bilancio: ne vogliamo parlare? Perché è facile… basta chiudere i libri contabili, spegnere le luci in sala, e aprire il cuore… alla luce del proiettore. Il calcio è un film al rallentatore, ma tra il primo e il secondo tempo qualche riflessione si fa strada… e ripensi alle cose che ti hanno più colpito. Perché il Genoa cammina in bianco e nero, ma corre in technicolor; ti conquista in 16:9, ma sogna in digitale… il Genoa è mille film già visti, ma di quelli che non vedi l'ora, di guardarne una nuova puntata. Diego Milito che segna il rigore sotto la Nord, contro il Milan. Una specie di catarsi: «Ritorno al futuro».
Raffaele Palladino che ricama la difesa della Roma, già imbastita da compare Gasbarroni, prima di servire un pallone preciso come un filo nella cruna di un ago: pronto da cucire in gol. «Attenti a quei due». Rubinho che vola contro le leggi della fisica, a tagliare via dai rami del match la fronda di Denis. «Edward mani di forbice». Ivan Juric che espulso per un fallo discutibilissimo, stringe la mano all'arbitro prima di uscire da San Siro: «Ufficiale e gentiluomo», e Mesto che inciampa sul filo della traversa della porta di Julio Cesar: «Blade runner». Thiago Motta che col tenace Cagliari insegue il pallone oltre il limite della speranza, fino ai cancelli della fede: «Fuga per la vittoria». Biava e Ferrari, sempre e comunque, «Master & Commander». Diego, ancora, che stampa cartoline di Buon Natale, mettendoci la mente, e la testa. «A beautiful mind». La legge del Papa (stathopoulos): al primo pallone si fa ingannare da Pandev, come da Tiribocchi o da Quaresma, per inesperienza, ma poi… non succederà più, né in questa vita, né nell'altra: «Il gladiatore». Ruben Olivera che urla via tutti i problemi e gonfia la rete, a Verona. «Terminator». Marco Rossi che, all'ottantesimo, e dopo 61 minuti in inferiorità numerica, corre a pressare addosso a Samuel, gli porta via il pallone, e poi… ma mi bastava già questo! «Highlander».
E Jankovic che… bé… Jankovic è «quello che fa gol di tacco» e tanto basta. «Il cacciatore di aquiloni».
Meravigliosi fotogrammi, tanti film senza tempo. In comune solo il regista. Giampiero Gasperini, che nei suoi cinque campionati da professionista, ha collezionato in totale 140 punti nel girone d'andata... e 164 nel girone di ritorno. Applicando il medesimo fattore di crescita a questo girone d'andata… Non importa, non ci voglio pensare.

Dopo tanti film, una canzone: «Stairway to Heaven» si, un gradino alla volta, fino al Paradiso.

Commenti