DIBATTITO IN

2 QUALI RISORSE
Un nuovo Welfare

che accontenti tutti
Dopo la discussione sul bilancio preventivo 2009 in consiglio comunale, sono stati convocati i «tavoli» per avviare tra Comune di Genova e forum III settore il confronto sulla riorganizzazione dei servizi sociali.
Al di là delle dichiarazioni di principio e dei messaggi mediatici, l'obiettivo della Giunta Vincenzi si è confermato quello di fare ratificare dei tagli ai servizi tali da rendere i numeri compatibili con quelli dichiarati nel bilancio di previsione 2009 (c'è da colmare una differenza di 6 milioni di euro tra gli 81 milioni spesi nel 2008 e i 75 programmati per il 2009).
Il Terzo Settore, invece, chiede al Comune di trovare soldi aggiuntivi per confermare la spesa storica del 2008, ipotizzando nel contempo forme di riorganizzazione finalizzate ad aumentare il numero di assistiti (migliorando quindi l'efficienza del sistema).
In questo contesto, le prospettive per i cittadini utenti dei servizi e per i soggetti gestori non sono positive: chi è già beneficiario del servizio avrà in molti casi una riduzione, mentre i soggetti del terzo settore che da anni assicurano alla comunità il regolare svolgimento dell'assistenza rischiano di dovere ridurre i livelli di occupazione (6 milioni corrispondono a circa 250 posti di lavoro a tempo pieno tagliati…).
Questa situazione nasce da diverse motivazioni:
- il Comune di Genova è in crisi finanziaria esclusivamente per motivi legati alla ricontrattazione operata dalla giunta Pericu dei mutui contratti in passato
- il Comune di Genova fa derivare dall'abrogazione dell'Ici conseguenze certe (negative) mentre ancora la contrattazione per il 2009 è in corso e il 2008 è portato ai comuni un risultato migliore del previsto
- è in atto un latente conflitto con la Regione Liguria, accusato dal Comune di «centralismo regionale» nella gestione delle risorse economiche.
In realtà, manca agli amministratori genovesi una visione organica del sistema di servizi: vengono mantenuti servizi costosi e poco efficienti (gli asili nido a gestione diretta, per esempio, costano il triplo rispetto a quelli privati), personale con mansioni socio assistenziali non impiegato perché invalido, c'è un rapporto perennemente conflittuale tra le direzioni centrali e i servizi sul territorio, con conseguente mancanza di visibilità e valutazione su efficacia, efficienza e appropriatezza delle prestazioni.
È necessario condurre azioni a vari livelli: il futuro del sistema di welfare è legato alla progressiva sostituzione dei servizi in convenzione con quelli scelti dal cittadino grazie a titoli di acquisto che consentano l'individuazione di soggetti accreditati.
La ripartizione delle risorse va concordata tra Regione, Asl e Comune, risolvendo gli eventuali conflitti che spesso bloccano l'assegnazione di fondi. I riflessi di carattere finanziario sono fondamentali: gli attuali ritardi di pagamento comportano che una percentuale di risorse stimata tra il 3 e il 5% dei fondi a bilancio vadano a pagare interessi passivi alle banche che finanziano la gestione operativa dei soggetti del III settore.
Recuperare risorse economiche in percentuale anche minima dalla razionalizzazione di alcuni interventi socio sanitari non pienamente appropriati, consentirebbe di riavviare lo sviluppo del sistema di welfare necessario alla comunità.Applicare il principio di sussidiarietà consentirebbe una crescita equilibrata del soggetti del III settore più dinamici e capaci, sostenendone innovazione e investimenti, con azioni congiunte tra regione, Ue, fondazioni e comune.
La politica invece come risponde? Il Comune preferisce ancora avere interlocutori deboli e facilmente condizionabili, mentre l'opposizione è stata finora assente rispetto all'azione della Giunta Vincenzi in campo sociale è stata ininfluente.
Tra gli schieramenti, c'è ancora chi ha a cuore il benessere dei cittadini?

responsabile cittadino
formazione FI
2 GIORNALE
Una testata che si batte

per una città diversa
Voglio esprimere la mia sincera ammirazione per come la redazione genovese del Giornale con il suo responsabile Massimiliano Lussana, che peraltro non è genovese, si batte per una città diversa e diversamente governata. Lunga vita a un Giornale così. Cordiali saluti.
Gian Pietro Assandri
2 SINDACO DI BOLOGNA
Cofferati, auto blu

e guardie del corpo
Carissimo Direttore, da diversi giorni, incontro regolarmente in centro il sindaco di Bologna Sig. Cofferati, con in braccio il pargoletto, e la gentile consorte a fianco circondato (nel vero senso della parola) da guardie del corpo, e con un'auto blu al seguito. Ora, tralasciando come possa fare il sindaco di Bologna se è spesso in trasferta, Lei riesce a spiegarsi ed a spiegare anche a me chi è costui per giustificare un dispiego simile di risorse pubbliche?
Allora Berlusconi, in confronto, dovrebbe girare con al seguito l'intero battaglione della Folgore, o sbaglio?
PS: Vorrei avesse visto anche Lei lo sguardo di una di queste guardie del corpo, quando ha visto che ero intento nella lettura del nostro Giornale, mi ha guardato come si guarda un possibile attentatore...Un cordialissimo saluto
Guido Gallo
2 QUANTE SPESE
Revisione

e bollino blu
Caro dott. Lussana, come è noto, l'art. 80 del Codice della Strada prevede che dopo il quarto anno dalla prima immatricolazione gli autoveicoli devono essere sottoposti a revisione. Successivamente a tale scadenza, tale operazione deve essere eseguita ogni due anni. Contestualmente un'ordinanza comunale impone l'esame degli scarichi dei mezzi «annualmente» colla relativa concessione del bollino blu. Premesso che le analisi effettuate nel corso della revisione prevedono anche la verifica della regolarità degli scarichi, mi sembra che risulti quanto meno superfluo, ingiusto e un pochino vessatorio (tanto per fare cassa...?) pretendere anche, a parte, l'accertamento degli scarichi per l'applicazione del bollino blu che, a mio avviso, dovrebbe essere invece effettuato l'anno in cui non avviene la revisione. In sintesi, secondo il mio modestissimo e forse errato parere, un anno si dovrebbe effettuare la revisione del mezzo (comprendente automaticamente anche l'applicazione del bollino blu) e l'anno successivo la sola analisi degli scarichi colla relativa applicazione del bollino blu. Colla conseguenza di far risparmiare agli automobilisti una discreta somma ed osservare un'equa applicazione delle norme vigenti. Sarà possibile, tramite il «nostro» Giornale, conoscere un'eventuale altra opinione in proposito, magari anche da parte di qualche esponente delle Istituzioni locali? Grato per l'attenzione, molto cordialmente La saluto.
Gian Giacobbi
2 CHI L’HA VISTO
Ma che fine ha fatto

l’ex pm Di Pietro?
Sig.ri Direttori, Voi che siete aggiornati sulla cronaca locale, nazionale e internazionale, avete per caso notizie dell'ex pm di Mani Pulite dott. Di Pietro capo assoluto dell'Idv?.....perché da quando il Vs giornale ci tiene informati sul modus vivendi et operandi di quest'uomo, non lo sentiamo più sghignazzare e sparare a zero su tutto e tutti. Lo avete per caso messo a nudo nel suo operare e perciò costretto a scappare per nascondere la sua nudità politica, morale e familiare? Se aveste notizie fatecelo sapere, perché ci mancano tanto le sue barzellette su tutto e tutti... pensasse un po’ ai suoi guai!
Guerino Romeo
2 PATOLOGIE RARE
La Regione nega

le medicine gratuite
Ringrazio l’assessore Nicola Abbundo per l’articolo pubblicato il 23/01/2009 nel quale con profondo senso di rispetto nei confronti delle persone colpite da malattie rare ha preso posizione sull’operato del presidente della Regione Claudio Burlando e di Claudio Montaldo assessore alla Sanità responsabili della sospensione della fornitura gratuita dei medicinali e costo degli esami per i citati ammalati.L’assessore alla Sanità se ha bisogno di far «cassa» per sanare i buchi di bilancio deve estendere l’obbligo del pagamento del ticket a tutti i cittadini indipendentemente dal cumulo del reddito familiare e non mortificare quella categoria di persone già fortemente penalizzate dal destino in quanto colpite da malattia rara che, come noto, a causa delle precarie condizioni di salute sono invalide al 100% riconosciuta dalla Commissione medica regionale.
Queste care persone sig. Assessore meritano rispetto e non devono essere in alcun modo umiliate da un gruppo di burocrati politicanti privi di quel naturale senso umanitario nei confronti di ammalati che non hanno nessuna speranza di guarigione in quanto, come i signori burocrati sanno, la ricerca, per queste persone, si disinteressa completamente perché i colossi della farmaceutica non hanno la certezza dei guadagni miliardari. Le uniche speranze per tenere in vita queste sfortunate persone colpite da malattia rara sono gli affetti ed i sacrifici dei familiari e/o associazioni di volontariato che provvedono ad accompagnarle a cadenze giornaliere, quindicinale e/o mensili in ospedale per le necessarie visite, prelievi, esami e conseguentemente dedicarsi alla loro assistenza totale; all’acquisto delle medicine ed alla somministrazione delle stesse in quanto, come già noto, la quasi totalità di queste persone non è più autosufficiente. Sig. Assessore alla Sanità non ha pensato che tra le centinaia e/o migliaia di famiglie che assistono amorevolmente i propri cari affetti da malattia rara non siano in grado economicamente di pagare il ticket e conseguentemente non possano acquistare e somministrare le medicine indispensabili per salvarle dalla morte.
Sig. Direttore dell’autorevole il Giornale per i fatti sopra esposti, nei confronti del presidente della Regione Claudio Burlando e dell’assessore alla Sanità Claudio Montaldo non si può ipotizzare il reato di tentato omicidio per aver revocato la fornitura gratuita dei farmaci a malati di patologie rare?
Antonio Pretta
2 CADUTI DEL TERRORISMO
Un monumento

che ricorda tutti
Pare che il Comune di Genova voglia dedicare un monumento a ricordo di tutte le vittime del terrorismo. Dopo quello a Guido Rossa realizzato molti anni fa, anche tutti gli altri caduti: magistrati, forze dell'ordine, giornalisti imprenditori, semplici cittadini, ecc. avrebbero finalmente un giusto attestato di gratitudine seppure vergognosamente tardivo.
Perché il valore è uguale per tutti gli uomini indipendentemente dalle proprie specifiche caratteristiche sia politiche quanto di altro genere. Le cinquemila vittime fra ammazzati e gambizzati dalla furia assassina delle Brigate Rosse - che all'inizio venivano chiamate da una parte politica malgrado tutte le evidenze «le sedicenti Brigate Rosse» - avranno almeno, magra soddisfazione, un pubblico ufficiale riconoscimento del sacrificio da loro compiuto.

Sarebbe doveroso da parte delle nostre «democratiche» autorità politiche far conoscere il motivo di questo enorme ritardo per dare una risposta ai cattivi pensieri che ciò ha provocato nel comune cittadino. Loro che della parola «democrazia» si sono sempre riempite le bocche, ne abbiano almeno il coraggio civile.
Saluti
Giuseppe Torazza

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