2 LA STIMA PER I POLITICI
I veri sondaggi si fanno passeggiando in città
Quanta verità in «quei sondaggi di cartapesta» caro dottor Lussana e, se dovessimo seguire alla lettera le indicazioni dei vari quotidiani o dei troppi opinionisti, avremmo sin da ora il nome di chi vincerà le prossime Amministrative.
Fortunatamente non è così ed i contendenti dovranno mettercela tutta al fine di convincerci a votare per il migliore od il meno peggio. Daccordo. I sondaggisti, devono nutrirsi ogni giorno, tallonano larte divinatoria e cercano di dare responsi convincenti anche se, raramente, riescono a colpire nel segno.
Se ci spostiamo tra gli abitanti dei rioni cittadini della grande Genova, incontrando od ascoltando casualmente «indigeni e foresti», persone che tribolano ogni giorno per far quadrare il bilancio familiare, si ha la netta sensazione che i rilevamenti, pubblicati sino ad ora, servano esclusivamente a sostenere il morale dei contendenti poiché lopinione critica nei confronti dei vari «avversari rivali» è piuttosto diffusa tra gli elettori.
Non le dirò cosa si può ascoltare visitando i quartieri rossi e si nomina Doria o quando, nei quartieri biancofiore si nomina Vinai, per non parlare di Musso (perché certe parole non si possono scrivere, almeno sul nostro il Giornale). Si salvano alcuni contendenti minori, fortunati loro, perché non conosciuti bene. Comunque, manifesti elettorali a parte, sembra che gli antagonisti si siano lanciati seriamente nella campagna elettorale ed ambiscano veramente alla carica di «primo cittadino». Chi vincerà? Mah! Sono molti coloro che, per protesta, minacciano di disertare le urne e che è necessario ricuperare. Ad ogni modo, «despiôu le (povero lui)», chiunque sarà, dovrà rimediare ai guai procurati da Marta. E cè da tremare. Speriamo almeno riduca drasticamente spese inutili ed allegre consulenze, altrimenti ci troveremo impelagati in un nuovo oceano di tasse e balzelli.
Caro dottor Lussana, continui il suo esame critico ed attento nei confronti di chi dovrà governarci o distruggerci nei prossimi cinque anni. Non sia «sobrio», colpisca duro nelle parti più nascoste e, chissà mai che, con il suo prezioso aiuto e la sua meravigliosa e combattiva Redazione, non si riesca a prenderci Tursi. Sono e rimango fiducioso (nonostante i contendenti). Un caro saluto a voi tutti. Ciao e buon lavoro.
Enea Petretto
2 ESSERE OTTIMISTI
Onesto e moderno
Ecco chi è Vinai
Caro Lussana, solitamente le scrivo per brontolare.
Invece stavolta le dico che sono contenta. Con grande piacere ho appreso che Vinai ha accettato di candidarsi. È una persona onesta, in gamba e cosa ottima è moderno, nel senso che non è contro il progresso e che se eletto (magari!) certamente cercherà di far rinascere dalle ceneri questa moribonda Genova!
Sono speranzosa ed ottimista, come è nel mio carattere.
Cari saluti
Mercedes Galeotti Calissano
2 LERA DELLA CONTESTAZIONE
La «meglio» gioventù?
Quelli che lavorano
Prendendo spunto dalle recenti recensioni cinematografiche torna alla ribalta la «meglio gioventù» (ma non si dovrebbe dire migliore gioventù? Sarà la solita «romanata»). La domanda che pertanto mi pongo - e non da ora - è sempre la stessa: ma quale gioventù.
Il significato non si è mai spiegato abbastanza; da quel che se ne può capire dovrebbe trattarsi di quella minoranza di giovani protagonisti che hanno tenuto il boccino della notorietà a partire dagli anni della Contestazione fine anni Sessanta in poi.
La Storia dirà un giorno, forse, la portata e le reali conseguenze di detto fenomeno sociale. Al momento è forse il caso di affermare in proposito due parole da parte di chi in quegli anni «c'era» (come il sottoscritto); uno dei sicuramente tanti che pensavano soprattutto a studiare, mettere su famiglia, trovare un lavoro soddisfacente anche lontano da casa sobbarcandosi viaggi fra una città e l'altra.
Quindi mi domando: ma quelli come me - ufficialmente non fra i «meglio» - a quale gioventù appartenevano? Bene o male, allora l'Italia andava avanti, cresceva, esportava e non certo per scioperi, contestazioni e occupazioni, ma grazie a chi teneva botta nei campi, nelle officine, negli uffici e nelle botteghe. Io - figlio di operai - vedevo agitarsi alcuni miei compagni di Università rampolli di illustri personaggi; li scorgevo mentre sfilavano col pugno chiuso, ribaltavano automobili e si scontravano con le Forze dell'ordine. Molti di loro, come niente fosse, li ho poi rivisti ben piazzati nei giornali, alla Televisione, negli studi professionali di famiglia, in cattedra, qualcuno perfino in Magistratura. Beati loro.
In ogni caso di una cosa sono convinto: in una ideale classifica su chi in quegli anni rappresentava veramente la migliore gioventù - visto che nessun autorevole commentatore lo fa - mi ci metto pure io insieme con i tantissimi coetanei che, invece di fare cortei e contestare, pensavano a un futuro migliore senza furori ideologici che avrebbero portato a violenze e lutti.
E con questa convinzione non credo di essere per nulla immodesto.
2 LA PRESENTAZIONE
A ventanni in politica
per passione e impegno
Mi chiamo Luigi Masnata, ho vent'anni, abito a Genova dalla nascita e, alle prossime elezioni amministrative del 6 e 7 maggio, sarò tra i candidati per il Municipio I Centro Est.
Desidero illustrare qui i motivi che mi hanno spinto a questa scelta perché, quando parlo della mia candidatura al municipio cittadino spesso mi vengono poste due domande: perché lo fai? E cosa ti spinge a vent'anni a candidarti alle elezioni politiche? È la voglia di mettermi in gioco con la convinzione di poter servire la comunità lavorando con serietà e soprattutto con passione.
A vent'anni si decide di candidarsi alle elezioni municipali dopo aver trascorso un periodo di militanza giovanile in un partito, perché si ha passione nella politica e perché, nonostante la percezione chiara di un decadimento morale dell'ambiente che ci circonda, si crede ancora in un miglioramento dell'amministrazione pubblica e in un ricambio della classe dirigente locale e nazionale.
Troppo spesso i giovani si lamentano che in politica sono «tutti vecchi», «sempre gli stessi di 40 anni» tutte cose vere sì, ma quanti si impegnano perché questo cambi? Pochi purtroppo, però questi pochi ci sono ed è giusto sostenerli e doveroso farli conoscere sia ai «vecchi» sia agli altri giovani.
C'è anche la volontà di dimostrare alla popolazione di una delle città più «vecchie» d'Italia che esistono giovani interessati ai problemi sociali ed ai quali sta a cuore il benessere dei cittadini.
I giovani del 2012 non sono solo quelli che danno della «pecorella» ai carabinieri quelli dei centri sociali o delle manifestazioni violente, sono soprattutto ragazzi seri, con un elevato senso del dovere. Ciò che è importante è far comprendere che a vent'anni si decide di far politica e di candidarsi non per fama non per soldi ma solo per propria convinzione.
Queste sono le mie motivazioni di giovane candidato, queste è ciò che spiego a quanti mi chiedono il perché di questa scelta. Questi sono i principi che mi sostengono nella campagna elettorale e che mi sosterranno in un prossimo impegno politico.
Luigi Masnata
2 LA POESIA SU MONTI
Gli italiani consenzienti
Ma che facce da perdenti
Come è bravo Mario Monti! / Tanto grande è la sua fama / da superare gli orizzonti / e arrivare sino a Obama.
Son passati i suoi decreti / per laumento delle tasse / e ha disposto tanti veti / per tener le spese basse.
Tutta Europa è soddisfatta, / lo spread adesso scende, / la manovra è stata fatta / e nessuno più ci offende.
Ma seppure consenzienti / non si erano mai visti / con le facce da perdenti / Italiani tanto tristi.
Antonio Urbano
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