2 LA POLITICA ANTIECONOMICA
Le imprese sono costrette a chiudere,
ma le accusano di evasione fiscale
La grande industria è costretta da oltre dieci anni a licenziare personale anche a causa dell' avvento delle nuove tecnologie. Le piccole e medie imprese, commercianti, esercenti e artigiani stanno morendo a causa delle troppe tasse che sono costrette a pagare, una pressione fiscale che in Italia va dal 55 al 70%, generatrice di nuova povertà, perché le aziende non possono assumere nuovo personale e addirittura i titolari sono obbligati a chiudere per cercare lavoro, facendo aumentare il numero dei disoccupati.
Diminuendo la tassazione del 50% si darebbe una nuova vitalità alle piccole imprese, che assumerebbero nuovo personale, cosa che non possono fare oggi a causa dell' eccessiva pressione fiscale. È necessario poi togliere il Sostituto di Imposta che massacra le buste paga dei lavoratori e chiudere Equitalia,
La scorsa settimana in tv il direttore di Equitalia, che non sa ciò che dice, ha affermato che le cose vanno male a causa della troppa evasione fiscale, ma le aziende sono costrette ad evadere perché hanno un socio occulto al 60% che non produce e non lavora per loro. La Lega Nord Liguria dice pagare meno per pagare tutti se si vogliono salvare le imprese del nostro paese, altrimenti l'evasione fiscale salirà al 100% e faranno bene.
Lega Nord Liguria
2 IL REATO PIÙ ODIOSO
Contro i ladri al Gaslini servirebbero
reparti speciali come alle Olimpiadi
A Londra, a pochi giorni dall'inizio delle Olimpiadi, si sono accorti che la sicurezza, così com'era organizzata, non avrebbe potuto funzionare e hanno chiesto l'intervento addizionale di reparti scelti dell'esercito. Con i fuoriditesta che si spostano in lungo e in largo in questa nostra valle di lacrime le precauzioni non sono mai troppe. A Genova, all'Ospedale per l'infanzia Giannina Gaslini bisognerà prima o poi decidersi a copiare dai britannici, perché delinquenti senza cuore e senza fegato continuano a rubare denaro e altro dalle tasche di chi assiste i piccoli malati e dai comodini di questi ultimi appena essi se ne allontanano per qualche esame o trattamento.
Luigi Fassone
Camogli
2 LA TESTIMONIANZA
Quel sacerdote «donnaiolo»
che tradisce la propria missione
Qualche giorno fa, mi trovo in coda alla cassa di un supermercato in Valle Bormida, davanti a me una giovane signora, che peraltro conosco di vista, questa donna inizia un dialogo con un uomo, non giovane, dal bell'aspetto e dall'abbigliamento sportivo. Il bel signore dai capelli argentei molto curati è un sacerdote, neppure in clergyman, con un bel sorriso. La donna che è separata dal marito e con altri peccati, che non conosco, chiede all'affascinate prete se con i peccati che ha commesso può avvicinarsi al Sacramento della Confessione sperando in un perdono visto che vuole comunicarsi. Il prete assume un'aria pensosa e seriosa, sembra quasi che si metta in comunicazione con il Padreterno, poi dopo qualche secondo di silenzio emette la sua profonda sentenza: «Cara, dipende dalla tua coscienza, se ti senti in pace con te stessa fai pure la comunione, in caso contrario, se ti senti in colpa, non la fare». Praticamente l'abile sacerdote rigetta la palla nel campo avversario, giocando a far nascere complessi di colpa nella povera donna.
Sorrido dell'ingenuità della povera donna e soprattutto della scaltrezza del prete, che peraltro mi è noto: questo cosiddetto ministro di Dio, è arcinoto in valle Bormida come un conquistatore di donne, sono notissime le sue numerose relazioni che in molti anni attraverso il suo instancabile lavoro come «pastore di anime» ha intrecciato nella valle, in vari centri di cui era parroco. Potremmo dire che la coerenza e la castità non siano fra le principali virtù di questo prete, che invece si erge a censore della povera donna, in ambasce per il fatto di non essere in grazia di Dio.
Robert Nicolick
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