Come riportato da servizi giornalistici sia su carta stampata che in video, sembra che le competenti Autorità locali abbiano preso in considerazione lo smaltimento nelle cave ormai abbandonate del Monte Gazzo dei materiali di risulta (scavi di gallerie e sbancamenti) derivanti dalla realizzazione del Terzo valico ferroviario.
Da quello che posso vedere a distanza, le cave in oggetto non sono costituite da profondi scavi a cielo aperto, bensì sono a terrazzamento: infatti il pendio del monte, come risulta da Sestri Ponente, si presenta a scalini.
Per quanto sopra esposto, mi sorgono spontanee alcune domande.
Se i materiali di risulta saranno depositati sui terrazzamenti stessi, cosa potrà succedere in caso di forti piogge? I danni maggiori provocati dalla recente alluvione che ha colpito il quartiere di Sestri Ponente sono stati prodotti dalla considerevole mole di terra proveniente da smottamenti che ha trascinato molti altri detriti (alberi divelti ma anche alberi recisi ed abbandonati). Siamo sicuri che i materiali che dovrebbero essere conferiti nelle cave non costituiranno una bomba innescata su Sestri Ponente?
Dal momento che è previsto lo spostamento a mare della Fincantieri, operazione che richiede il riempimento di una parte del bacino prospiciente lo stabilimento, non sarebbe più opportuno usare questi materiali per il riempimento stesso?
L'utilizzazione delle cave del Monte Gazzo presenta in aggiunta un ulteriore problema.
Mi auguro vivamente di essermi sbagliato nel trarre le considerazioni sopra esposte; per essere però certo di essere in errore non mi resta che attendere delle esaurienti spiegazioni, sulle colonne di questo stesso quotidiano, da parte delle Autorità locali competenti in materia.
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