(...) che non ho visto menzionare sulla stampa e che non so se sono state inserite nella nota diffusa il 26 luglio dal consiglio di facoltà di ingegneria. Le considerazioni nascono dalla mia diretta esperienza con il problema che ho seguito in tutte le sue fasi come docente della facoltà (in pensione dal 2009). Non avendo documenti a disposizione in quanto segue ci può essere qualche imprecisione che però non altera la sostanza delle considerazioni: mi auguro abbia la possibilità di approfondire l'analisi eliminando le eventuali inesattezze attraverso opportuni riscontri. Per tutte e tre le soluzioni proposte credo indispensabile rilevare innanzi tutto che ateneo e facoltà sono stati committenti che non potevano chiedere più che tanto non avendo a disposizione i capitali necessari. Andando con ordine.
Fiumara
L'ipotesi Fiumara era nata bene, con adeguati spazi per consentire di radunare tutta la facoltà e consentire anche un minimo di espansione. Cammin facendo però la carenza di mezzi dei committenti ha indotto i costruttori a ridurre via via gli spazi disponibili fino a renderli pari se non inferiori a quelli esistenti e con grossi problemi di parcheggi.
Hennebique
L'ipotesi Hennebique era nata inizialmente, se non ricordo male, prospettando anche l'utilizzazione di Ponte Parodi, il che avrebbe consentito probabilmente il trasferimento di tutta la facoltà. Destinato però Ponte Parodi, credo giustamente, all'attività portuale, la struttura esistente avrebbe potuto ospitare solo una parte della facoltà, soluzione che a mio avviso avrebbe ripetuto l'attuale frammentazione. Inoltre la struttura Hennebique, vincolata dalla Sovrintendenza in quanto esempio di costruzione in c.a. vetero-industriale, presentava enormi problemi di conversione ad uso universitario. In buona parte si tratta di vani delimitati da enormi pilastri quadrati ed interasse di 3 metri, in quanto destinata ad ospitare le tramogge dei silos e quindi a reggere carichi enormi (una breve nota polemica: la soluzione pratica sarebbe stata quella di demolire la struttura, come è stato fatto per gli altrui più recenti silos: ma in Italia, per salvare tutto, si finisce col salvare niente). Anche in questo caso si presentavano inoltre grossi problemi di parcheggio: inizialmente i posti auto destinati alla facoltà erano adeguati ma, anche qui sono stati via via ridotti per ricuperare fondi da altre committenze).
Erzelli
Il progetto iniziale era un vero obbrobrio: dava la netta sensazione, che a me è rimasta, di essere un'operazione nata come speculazione edilizia, usando la facoltà come specchietto per le allodole, in quanto non sembrava che i progettisti avessero idea di quali sono le esigenze di una struttura universitaria, specie di ingegneria: per esempio assenza di un mensa (notoriamente la collina pullula di locali per mangiare); inserimento di una enorme struttura ad arco quadro (ha presente l'arco della Defense di Parigi? Avrebbe dovuto ospitare la biblioteca di facoltà!); sistemazione ai piani alti di laboratori con macchinari pesanti, eccetera). Ciò posto più commissioni hanno lavorato per rendere accettabile il progetto arrivando sino alla definizione della destinazione dei vari locali. Anche in questo caso i parcheggi sono andati via via sparendo, sempre per le solite esigenze economiche. Nel caso di Erzelli, inoltre, c'è un grossissimo problema che ho sentito menzionare in questi giorni solo en passant in una trasmissione televisiva: la logistica. Come si arriva in cima alla collina? Con che mezzi? In bicicletta come pare abbia suggerito un assessore del Comune?
Le ricordo che sono state proposte diverse soluzioni: spostamento della stazione ferroviaria di Cornigliano da abbinare ad una funicolare; creazione di un raccordo con l'autostrada; realizzazione di un nuovo collegamento stradale. Ma nessuna di queste o di altre opere di natura simile mi risulta coperta dai fondi di cui si parla in questi giorni. D'altra parte il problema non è banale perché si tratta di movimentare in intervalli di tempo relativamente brevi 3000-4000 persone.
Con la stima di sempre le invio cordiali saluti.
*professore Università di Genova
Facoltà di Ingegneria
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