«Il percorso di Liguria Moderata si interrompe». Inizia così, con una riga secca e laconica, il comunicato stampa del movimento fondato da Andrea Cambiaso, che ha preso parte alle ultime elezioni comunali a sostegno del centrodestra e del candidato sindaco Pierluigi Vinai, pur essendo sbagliato inquadrare questa formazione nei vincoli rigidi di uno schieramento.
Liguria Moderata comunque si scioglie e uno dei motivi potrebbe proprio stare nella massima libertà che i «liberali cristiani» che hanno dato vita a questa esperienza si sono sempre riconosciuti. Tanto per fare esempi concreti, del movimento facevano parte attiva esponenti provenienti da diverse aree politiche e che alle più recenti elezioni nazionali si sono nuovamente divisi su più fronti, fornendo appoggio ai montiani (è il caso di Enrico Cimaschi) o al «fare di Oscar Giannino (Alberto Clavarino), mentre nel segreto dell'urna ci saranno stati sicuramente anche molti voti grillini.
Ma soprattutto il movimento si scioglie perché il leader attorno al quale si era formato, ritiene raggiunti diversi obiettivi. «Abbiamo per primi parlato dei moderati, di etica nei costi della politica, di equilibrio tra impresa e sostenibilità - spiega Andrea Cambiaso -. Oggi ne parlano tutti. Vuol dire che quel percorso ha dato frutti, magari ad altri ma l'importante era parlarne e battersi per un cambiamento. Se rileggiamo i 12 punti fondanti, osserveremo che tutti i supporter, i candidati e i fondatori hanno fatto un grande lavoro credendo in un progetto civico senza avere un soldo da nessuno. L'importante non è vincere una elezione o avere una poltrona ma vedere che le idee erano giuste e che molti le hanno fatte proprie nei loro programmi copiando il nostro». Missione compiuta, con rammarico.
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