Ci si era messa dimpegno, nei giorni scorsi, la professoressa Susy De Martini, candidata sindaco della Destra: con alcuni volontari, aveva cercato di ripulire il monumento a Vittorio Emanuele II, a Corvetto, imbrattato pochi giorni prima dai No Tav che contestavano la presenza a Genova del magistrato Gian Carlo Caselli. Loperazione aveva dato buoni frutti, e sbiadito le espressioni più idiote e vergognose (per chi le ha scritte), anche se, con tanta acqua e sapone e olio di gomito, non si poteva certo pretendere un risultato definitivo, rispetto a una vernice particolarmente tenace nellattecchire alla pietra. Risolutivo doveva essere invece lintervento professionale coordinato dal Comune, tramite apparecchiature e personale specializzato. Intervento che è avvenuto, in effetti, ma non ha dato i riscontri sperati e, soprattutto, quelli che ci si poteva aspettare.
Leffetto è sotto gli occhi di tutti: come documenta limmagine che pubblichiamo, per chi si metta ora di fronte al monumento, leffetto non è precisamente quello di un lavoro ben fatto. Le scritte non si leggono più, è vero, ma per questo bastava limpegno dei volontari coordinati dalla professoressa De Martini. Quello che si vede, invece, è un insieme di macchie in chiaroscuro che compromettono lestetica, ma soprattutto il decoro del monumento, dedicato a uno dei «Padri della Patria» ufficiali (pur con tutte le riserve espresse ripetutamente nei confronti di Casa Savoia dal Mil-Movimento indipendentista ligure...).
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