«Se si potesse non morire» hanno cantato i «Modà» al Festival di Sanremo. Proprio così. Se si potesse non morire, si potrebbe con tanta serenità e tranquillità seguire la partita del Genoa, senza appunto... morire di paura e di terrore e senza soffrire fino alla fine.
Grande vittoria contro l'Udinese, ma quanta sofferenza! Tutta la tribuna d'onore era onorata di rivedere Preziosi (pagata questa maledetta Iva?) e nell'ultimo quarto d'ora l'abbiamo vista con le «mani nascoste» e non solo per il freddo. Avreste dovuto vedere il volto pallido e battuto dal vento del magnifico «trio» rossoblù: Teardo, Guerello e in mezzo a loro (politici sempre previdenti, non si sa mai...) un eccellente giudice (e che giudice!) Claudio Viazzi. L'amico Carletto Pernat alla fine mormorava: «Se lo sapevo mi fermavo in Malaysia».
Risorti. Resta comunque un dato che si rilevava in tribuna: Ballardini sa resuscitare anche i morti. Il momento è propizio. Mai visto infatti giocar così bene Bovo, mai visto reggere benissimo quasi tutta la partita Vargas, mai visto persino Tzser delizioso con quel suo piedino sinistro. Tutti prodotti riversati, anche con un po' di confusione, da Preziosi nel calderone rossoblù. A tal proposito era gongolante la cronista-scrittrice Emanuela Mortari che annunciava di aver iniziato a scrivere un suggestivo romanzo dal titolo: «Tutti gli uomini del presidente», vale a dire una carrellata di tutti i giocatori comprati da Preziosi nei suoi otto anni di governo. Quante pagine? Migliaia...
Pace. Preziosi in occasione del suo compleanno (auguri) ha voluto gettare una parola di pace verso i tifosi.
Abbiamo vissuto anche il «bacio» tra Biondi e Preziosi (molto meglio di quello fra Baudo e la Littizzetto), avremo mai un «bacio» tra il presidente e il capo popolo degli ultrà?
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