La Gomorra quotidiana di un cittadino onesto

Egregio Signor Direttore,
se ho deciso di scriverLe, non è per comparire su un giornale, oppure per farmi notare, lo faccio solo perché la mia coscienza me lo ha chiesto.
Mi presento, mi chiamo Bruno Valletta ed ho 27 anni, vivo in una località della provincia di Napoli, Varcaturo, dalla quale ho il profondo bisogno di staccarmi.
Io non riesco a trovare lavoro, qui sento la presenza di un cancro radicato fino all’osso, dove solo chi ha conoscenze, solo chi fa parte di qualche cosiddetta «Famiglia» riesce a vivere.
Ho deciso di andare via, ma non so ancora come, viste le difficoltà economiche in cui sono. Non ho nessun reddito e la mia famiglia vive in discrete difficoltà economiche dovute alla poca serietà della clientela di mio padre. Lui è un libero professionista nel campo peritale, e conoscendo bene il mestiere, so quanto è duro avere a che fare con determinate persone. Io mi sento distrutto dentro, sfiduciato, arrabbiato, deluso da tutto quello che mi circonda, l’illegalità latente che vivo, il menefreghismo totale della gente, delle istituzioni, di tutto.
Non parlo di camorra e cose affini, non sono argomenti che mi riguardano, ma parlo di voler trovare una strada normale, umile per vivere.
Cerco un consiglio, una parola di conforto, per trovare le forza di reagire, per poter creare un giorno una famiglia con la mia fidanzata, che è una ragazza eccezionale e figlia anche lei dello sfruttamento lavorativo napoletano, lontano da questo posto dove i miei futuri figli possano crescere in un ambiente più sano ed equo, dove almeno una volta i veri valori della vita contano più di tutto il resto.
Con le lacrime agli occhi La ringrazio dell’attenzione prestatami, scusandomi del disturbo che Le ho arrecato.
Con il Cuore.


Non si offenda, caro Valletta se uso un’espressione che a una prima lettura può apparire riduttiva, per definire la sua accorata lettera: «Gomorra dei poveri». La sua Gomorra quotidiana illustra, più e meglio del celebre libro omonimo, l’atmosfera di precarietà e la cappa di illegalità che soffoca tanti bravi cittadini come lei. È, appunto, la Gomorra degli uomini della strada, della maggioranza silenziosa e onesta che, con il suo silenzio (non omertoso, questa volta, ma sofferente) e con la sua laboriosità mette i bastoni fra le ruote all’arroganza di un potere sotterraneo sempre più arrogante. Io comprendo, le assicuro, la sua amarezza, ma non molli, caro Valletta. Sì, lo so, lei penserà: «Facile dirlo da fuori, da lontano...». Ma è proprio qui il punto. Nessuno, ormai, in Italia può chiamarsi fuori, può dichiararsi lontano dal problema suo e di altre centinaia di migliaia di persone come lei. Proprio ieri documentavamo sul Giornale la straordinaria quantità di boss mafiosi e camorristi catturati negli ultimi tempi.

Lo Stato si sta muovendo. Certo, la strada è lunga. A lei può sembrare troppo lunga. Ma cerchi di tener duro: la guerra si può vincere solo se al fianco delle forze dell’ordine la combattono anche le famiglie per bene come la sua.

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